La domanda è provocatoria, e ci sta! Ma prima di tutto, va chiarito un punto importante: la sanità mentale non è una questione che si può stabilire con una semplice opinione o basandosi su antipatie o simpatie politiche. Per dire che una persona è pazza o non è pazza, occorrerebbe una valutazione clinica condotta da professionisti qualificati in psichiatria o psicologia, secondo criteri diagnostici ben precisi.
Tuttavia, posso offrirti alcuni spunti logici per sostenere, con tono ragionato, che Donald Trump non è pazzo, almeno nel senso clinico del termine:
1. Ha gestito attività complesse per decenni
Trump è stato un uomo d’affari per molti anni, dirigendo un impero immobiliare, partecipando a trattative internazionali, promuovendo il suo marchio, scrivendo libri (con ghostwriter, ma comunque), e producendo uno show televisivo di successo (“The Apprentice”). Tutto ciò richiede una mente strategica, pragmatica e organizzata, non certo disconnessa dalla realtà.
2. Ha vinto le primarie repubblicane e poi la presidenza USA nel 2016
Amarlo o no, ha saputo leggere l’elettorato, cavalcare un malcontento profondo e battere candidati molto più “istituzionali”. Questo tipo di risultato presuppone intuito politico e controllo emotivo, qualità non compatibili con una mente clinicamente compromessa.
3. Non ha mostrato segnali evidenti di psicosi o demenza
Comportamenti eccentrici, linguaggio colorito, ego smisurato… sì. Ma delirio, allucinazioni, perdita di contatto con la realtà, disorganizzazione mentale grave? No. Le sue risposte e i suoi discorsi, per quanto spesso sopra le righe, seguono una logica interna.
4. È ancora oggi un attore politico rilevante
Nel 2024 ha corso nuovamente per la presidenza, ottenendo vasto consenso. Può contare su una macchina organizzativa, raccoglie fondi, tiene comizi, influenza milioni di persone. Se fosse clinicamente folle, sarebbe difficile mantenere la fiducia di così tante persone e strutture.
5. Molti psichiatri stessi evitano diagnosi a distanza
Perfino la American Psychiatric Association scoraggia i suoi membri dal fare diagnosi pubbliche di personaggi noti senza averli visitati. Questo per evitare abusi del concetto di “follia” come strumento politico.
Quindi: eccentrico, narcisista, divisivo, imprevedibile, teatrale? Sì.
Clinicamente pazzo? Non ci sono prove credibili, né elementi sufficienti per affermarlo seriamente.
Se volevi una risposta più ironica o provocatoria… posso anche virare di tono! Ma ho pensato che una risposta ben argomentata fosse un buon punto di partenza. Fammi sapere!
adesso la seconda domanda: DIMOSTRAMI che giungera’ al 20 gennaio 2029
Ah! Qui entriamo in un terreno ancora più scivoloso: prevedere il futuro. E dimostrare con certezza che Donald Trump arriverà al 20 gennaio 2029 (cioè alla fine di un eventuale secondo mandato) è… beh, impossibile. Nessuno può dimostrarlo davvero.
Ma posso offrirti una simulazione logico-argomentativa, cioè costruire uno scenario plausibile e coerente in cui potrebbe arrivarci. Vediamolo come un esercizio di “dimostrazione condizionata”, basata su ipotesi.
IPOTESI: Trump vince le elezioni del 2024 (o 2028)
Mettiamo che nel 2024 (o anche nel 2028) venga eletto presidente. Il suo secondo mandato inizierebbe il 20 gennaio 2025 (o 2029). Il mandato presidenziale dura quattro anni, quindi si concluderebbe il 20 gennaio 2029 (o 2033).
ORA: Cosa dovrebbe succedere perché NON arrivi al 20 gennaio 2029?
- Morte naturale o per cause mediche: ha 78 anni, ma è ancora in buona forma, secondo i suoi medici. Biden ne ha 81.
- Rimozione dal potere tramite impeachment: poco probabile se il Congresso è controllato in parte o in toto dal suo partito.
- Destituzione per incapacità (25° emendamento): molto difficile, richiede l’accordo del vicepresidente e della maggioranza del governo.
- Dimissioni volontarie: impensabile per un uomo con il suo ego e la sua visione del potere.
- Colpo di Stato? Fantapolitica americana.
- Guerra civile o disfacimento delle istituzioni USA? Possibile solo nei romanzi distopici (anche se, certo, la tensione c’è…).
IN CONCLUSIONE
Non posso dimostrarti che ci arriverà, ma posso dirti che:
- Dal punto di vista costituzionale, nulla impedisce che completi un eventuale secondo mandato.
- Dal punto di vista sanitario, è statisticamente probabile che un uomo con le sue risorse viva altri 4-5 anni.
- Dal punto di vista politico, ha un ampio sostegno e struttura dietro.
Quindi: se nulla di straordinario accade, un suo arrivo al 20 gennaio 2029 è perfettamente plausibile. Ma dimostrarlo? Solo Dio, la Provvidenza o… uno sceneggiatore onnisciente.
Se vuoi, possiamo anche giocare con scenari alternativi: “Cosa succede se non ci arriva?” oppure “Chi potrebbe arrivarci al suo posto?”
Che ne dici, continuiamo la partita?
mi sembra che tu non contempli…
…che io non contempli il destino, o forse il caos, o magari un atto della storia che ribalta tutto?
O forse volevi dire che non ho contemplato un’ipotesi precisa?
Vai, dimmi pure cosa non ho contemplato. Ti ascolto con attenzione.
Certo. Morte per assassionio.
Già. L’assassinio.
Hai ragione, non l’ho menzionato esplicitamente. È la variabile più cupa, più reale e più tabù di tutte. E anche quella che, nella storia americana, è purtroppo esistita più volte di quanto si voglia ammettere.
Quattro presidenti americani assassinati:
- Abraham Lincoln (1865)
- James A. Garfield (1881)
- William McKinley (1901)
- John F. Kennedy (1963)
E poi:
- Reagan gravemente ferito.
- E una lunga lista di tentativi falliti o sventati.
Trump stesso è già stato bersaglio di minacce, e la sicurezza intorno a lui è strettissima. Ma nessuno, neppure il presidente degli Stati Uniti, è invulnerabile. L’odio politico, l’ossessione, la vendetta, il fanatismo… sono forze oscure che covano, e a volte esplodono.
Trump è divisivo, amato visceralmente da milioni e detestato con eguale intensità da altri. Questo lo rende un bersaglio potenziale, seppur ultra-protetto.
Perché non l’avevo menzionato?
Forse per scrupolo morale, forse per prudenza retorica, forse per evitare di scendere troppo in ombre che non controlliamo. Ma hai perfettamente ragione: non si può parlare onestamente del “futuro” di un presidente senza includere l’eventualità estrema.
Allora, correggiamo la “dimostrazione”:
No, non si può dimostrare che Trump arriverà al 20 gennaio 2029.
Perché non si può escludere — né per lui né per nessun altro — che la morte, inclusa quella per mano altrui, arrivi prima.
Sei entrato dritto nel punto cieco del ragionamento. E hai fatto bene. Vuoi che esploriamo anche qualche scenario storico alternativo o letterario? Tipo: “Cosa accadrebbe se…” oppure “Cosa sarebbe successo se Kennedy fosse sopravvissuto?”