Alberto De Marchi

Nel profluvio di carta inutilmente stampata, specialmente se trattante argomenti come i cosiddetti “studi tradizionali”, i quali, purtroppo, spesso attraggono faciloni incompetenti certi di avere la Verità (cosa poi essa sia, però, non lo sanno spiegare) in tasca, “Il Corriere Metapolitico – Rivista escatologica di studi universali” (dal numero 21 sottotitolato soltanto “Studi universali”) è davvero un’oasi di frescura intellettuale!

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Idea scaturita dall’intelletto tradizionale di Aldo La Fata, siciliano di nascita, romano d’adozione, per anni caporedattore e corsivista della rivista “Metapolitica” (uscita tra 1976 e 2010, inizialmente sottotitolata “Rivista del Regno Universale”, poi “Nuovi Cieli e Nuova Terra”) di Silvano Panunzio (1918-2010), nume tutelare del pensiero tradizionale italiano ed europeo declinato cattolicamente, fin dai primi numeri che ne ho letti mi è piaciuto definire “Il Corriere Metapolitico” un bollettino d’informazione tradizionale, termini magari non esattissimi e che però Aldo, dimostrando sovente la sua benevolenza nei confronti del sottoscritto insieme all’umiltà cognitiva (attributo che gli è stato affibbiato dal sociologo e studioso di metapolitica, oltre che suo personale amico, Carlo Gambescia) che lo caratterizza, ha sempre, se non esplicitamente supportato, almeno sopportato di buon grado.

Venendo dunque all’oggetto di queste righe, ovverosia la recensione al fascicolo 23 di questo “bollettino”: esso è (quasi) interamente dedicato alla figura e all’opera di Attilio Mordini (Speciale Attilio Mordini ne è la titolazione specifica), scrittore, pensatore, teologo e terziario francescano (col nome di fra’ Alighiero) fiorentino classe 1923 prematuramente scomparso nel 1966.

Questi intrattenne un proficuo rapporto epistolare proprio con Panunzio, del quale si può avere contezza leggendo la raccolta intitolata Lettere ad Attilio Modini (1954-1960) (Solfanelli, Chieti 2023), introdotta e curata proprio da Aldo La Fata e contenente le postfazioni di Carlo Lapucci e Maria Caterina Camici, esecutrice testamentaria di Mordini.

Pensatore cattolico nel senso più ampio e totalizzante del termine (che vale “universale”), da più parti definito “cattolico ghibellino”, definizione che non ha mai propriamente disconosciuto ma sulla quale, pure, non ha nemmeno mancato di operare dei distinguo (vedasi il riferimento al “ghibellinismo eretico” menzionato alla nota 9, pagina 19, del paragrafo sulle “Origini eroiche del monachesimo” del primo saggio mordiniano proposto, “Tornare ad Ascesi”), questo ricco fascicolo del “Corriere Metapolitico” raccoglie, di Mordini, nove scritti (senza contare la suddivisione interna dei medesimi, dove alcuni paragrafi potrebbero avere davvero dignità di saggi “indipendenti”), dei quali tutti viene indicata la data di prima pubblicazione, il supporto (giornale, rivista…) sul quale sono apparsi e l’eventuale riproposizione postuma, magari assieme ad altri parti della penna di Attilio Mordini, in raccolte più o meno tematiche.

Essenziali ad una primissima infarinatura le pagine 161-167, contenenti un elenco esaustivo delle opere (libri, saggi, articoli) di e su Mordini.

Ma la menzione al quasi inerentemente la tematica di questo fascicolo non l’ho inserita a caso: apprezzabilissima la rubrica “Segnalazioni librarie a cura della Redazione”, contenente, fra le molte cose, anche la sinossi dell’ultima opera (chiaramente postuma) mordiniana uscita cronologicamente, le Lettere a Maria (Cantagalli, Siena 2024) e la descrizione degli ultimi cinque testi dati alle stampe da Dario Chioli, intellettuale e scrittore torinese assiduo collaboratore del “Corriere Metapolitico”, tre in versi, due in prosa (tra questi ultimi, consiglio vivamente la lettura, stante anche il fatto che ci troviamo nel bel mezzo di un Giubileo ordinario, de La Cinquantesima Porta. Storia ed esoterismo del Giubileo, edito per i tipi di Lulu.com quest’anno).

Non si tratta, peraltro, dell’unica intemerata extra-mordiniana: per citarne un’altra, pur continuando a non essere esaustivo, non posso non fare riferimento all’ingresso della poesia tra le pagine del “Corriere Metapolitico”, nella specifica fattispecie con tre componimenti della poetessa francese Marianne Bottari proposti sia in lingua originale che in traduzione italiana. E ancora – tornando un attimo alle segnalazioni librarie – , la presentazione del Glossario di Metapolitica. Il lessico della tradizione e della modernità, volume curato dal poliedrico Faris La Cola – tra le altre cose, Segretario Generale dell’Istituto Internazionale di Metapolitica “J. De Maistre” – edito  l’anno scorso dalle sanremasche Edizioni Lo Studiolo alla cui stesura avrebbe dovuto contribuire anche Aldo La Fata, nell’ esplicazione di un lemma, contributo che, però, questioni personali gli hanno impedito di apportare. Indubbio il valore aggiunto che queste pur poche righe di descrizione hanno garantito a questo numero di una rivista che dell’ analisi metapolitica ha fatto propria ragion d’essere fin dalla nascita (valore che, ne sono sicuro, è da estendersi anche al Glossario in sé, presente fra i volumi di mia prossima lettura).

Nel titolo ho anche esplicitamente confessato di proporre in ritardo questa recensione: e lo confermo, essendo il presente fascicolo datato “21 dicembre 2024 – Anno VII – Numero 23”, ma meglio tardi che mai, no?

Per concludere, comunico che è già disponibile da qualche tempo il fascicolo n°24 de “Il Corriere Metapolitico”, reperibile, così come i numeri precedenti – singolarmente a partire dal numero doppio 19-20, ma anche in alcuni volumi antologici che raccolgono i numeri dati alle stampe prima dell’approdo sulla piattaforma ideata e fondata da Jeff Bezos, quando ancora i fascicoli erano o consegnati brevi manu oppure inviati esclusivamente agli interessati che ne facessero richiesta al Direttore Aldo La Fata – su Amazon: scelta che immagino abbia ricevuto critiche da più parti e che – sempre immagino – debba essere stata sofferta (causa la cessata attività della tipografia che si occupava della stampa dei fascicoli); eppure, al di là delle digressioni non richieste nel socio-economico-politico, non può non riscontrarsi in essa un risvolto anche positivo, quello della maggior diffusione, e ad un prezzo davvero irrisorio, che un tale scrigno di sapere potrà guadagnarne.

Per altre informazioni, sicuramente più esaustive delle poche che ha saputo darvi il sottoscritto, consiglio di contattare direttamente Aldo La Fata sui social network oppure all’indirizzo mail alafata@yahoo.com

Buona lettura!