Marco Santoro
Secondo gli scienziati (ad es. Watzlavick) e i filosofi costruttivisti, o secondo quelli, più in generale, idealisti, che pensano che conosciamo solo le nostre idee e non la realtà, la percezione di essa è una costruzione psicologica e sociale. Essi non sono amati dai realisti, che dicono invece che esista una percezione oggettiva. Idealisti e realisti, a mio avviso, hanno tutti in parte ragione, ma entrambe le categorie di studiosi, di solito ignorano o trascurano il presupposto spirituale del funzionamento della nostra ragione, raramente pura dalle passioni e aliena dall’interferenza di demoni, che ha quindi un’autonomia relativa dalla moralità, come ha spiegato pure S. Giovanni Paolo II: la cognizione del reale muta con la spiritualità del soggetto.

Quanto più egli è santo, tanto più la sua percezione sarà realistica e non deformata dalle passioni, piu o meno basse. Lo spiegava, tra gli altri, in realtà pure Freud, che ha scritto, testualmente: “è proprio della natura umana ritenere non vero ciò che non piace”, e l’Es, l’insieme delle passioni, obbedisce al principio del piacere. In certa misura la cognizione umana è dunque una costruzione psicologica e sociale, che struttura un sistema mentale di pre-giudizi, frutto dell’educazione e dell’influenza sociale ricevuta e presente (oggi soprattutto attraverso i media). Lo hanno spiegato famosi sociologi e psicologi (ad es. Berger e Luckman, 1966).
Ma l’influenza sociale cade dentro e crea un sostrato individuale, che è lo stile di vita del soggetto, più o meno schiavo delle sue passioni, stile di vita frutto dell’educazione familiare (o delle sue varianti) e delle scelte vieppiù personali, man mano che il soggetto cresce (cfr. P. Bourdieu). L’élite/classe dominante capitalista, oggi neo liberista, ha diffuso, tramite i media, dopo la Seconda guerra mondiale la “desublimazione repressiva”, di cui parla Marcuse già in Eros e civiltà (1956), ovvero ha diffuso il libertinismo sessuale, la “libera sessualità”, per poter controllare le masse, illudendole di attuare una liberazione. Negli stessi anni ’50 l’élite capitalista ha iniziato a diffondere il femminismo, nella forma attualmente di moda, il femminismo borghese (con riviste, libri, film, ecc.). La prima formazione di un individuo è nella famiglia.
L’individuo sarà tanto più forte e sano psicologicamente quanto meno è conflittuale la sua famiglia, e innanzitutto il fondante rapporto tra i genitori: le divisioni e i conflitti tra i coniugi diventano infatti divisioni e conflitti interiori dei figli (e tra i figli). L’élite capitalista ha diffuso quindi, contemporaneamente, un’ideologia di peccato, il libertinismo, che fa entrare i demoni nelle anime (cfr. Vangelo e rivelazioni a S. Teresa d’Avila), quindi nella psiche, demoni che sono divisori, odiatori furbi, dunque si è seminato il seme ideologico della discordia tra i sessi, facendo credere alle donne di essere migliori e sempre vittime degli uomini. Ricordo nuovamente che la percezione della realtà e anche le ricostruzioni storiche sono largamente prodotti sociali, propri della cultura (nel senso dell’Antropologia culturale) di appartenenza, a prescindere dal dibattito tra costruttivisti e realisti.

La Storia, invece, è l’interpretazione dello storico, come concordano tutti gli specialisti, e la scienza, sia la Storia o un’altra, è, come mostra la Sociologia della scienza, anch’essa soggetta al controllo dell’élite, che la finanzia, la divulga o la censura, se sgradita (media e case editrici passano solo ciò che è conforme all’ideologia dominante). La prima tentazione di ogni adolescente è la sessualità. Se la società lo/la induce a coltivarla in modo libertino, facendolo/a credere libero/a, poi egli/ella ne diventa tossico-dipendente, ovvero un soggetto sociale facilmente controllabile e manipolabile (questa è la “desublimazione repressiva” di cui parlava Marcuse): chi è schiavo delle passioni non ragiona più di tanto e pensa innanzitutto a come soddisfarle. Avrà dunque bisogno e svilupperà delle razionalizzazioni, in senso freudiano, per legittimare la sua condotta, evitando sensi di colpa e dissonanza cognitiva. Allora, come accade, basterà fargli/le credere che la colpa è solo un retaggio educativo di matrice (medievale) cristiana o religiosa.

Cercherà così (in realtà senza riuscirci) di mettersi l’anima in pace, fruendo delle informazioni e delle giustificazioni preconfezionate fornite, nell’attuale cultura di massa, dall’ideologia dominante, e dalle sue varianti, anche quelle che si pensano antagoniste, come ad esempio le ideologie dell’attuale sinistra liberal, ormai parte integrante dell’ideologia dominante capitalista (libera sessualità, femminismo, ecologismo, multiculturalismo, ecc.), esattamente come quelle del centrodestra liberal, vigendo in realtà “il pensiero unico”, sostanzialmente uguale per tutti, nella società più conformista della Storia, con differenze di sfumatura e di attori – vieppiù scadenti – in scena, per mantenere l’inganno della democrazia occidentale.