Marco Santoro

È facile parlare dei difetti e delle colpe degli altri, e della società che non funziona. I demagoghi fanno questo da millenni. I veri maestri spirituali dell’umanità invece mostrano innanzitutto la nostra miseria umana. Il resto, la miseria e l’ingiustizia fuori di noi, ci sono, esistono, ma non sono il primo problema da risolvere.

Il primo problema da affrontare sono io, la mia miseria, la mia ingiustizia, di cui mi rendo conto solo in parte e di solito a posteriori. Questo dicono. Il maestro per eccellenza, comunque, l’unico a cui spetti in senso proprio il titolo, è Gesù Cristo-Dio-Logos = Intelligenza suprema che governa l’universo (l’ha dimostrato soprattutto con i miracoli, che continuano a tutt’oggi). Gli altri “maestri” insegnano, insieme ad errori, parziali verità, che vengono comunque da Cristo-Logos, presente/connaturato in ogni essere umano, al centro di ogni anima, insegna già il Vangelo (Gv 1,9), centro in cui bisogna cercare di rientrare, purificandosi dalle passioni, perché Dio-Amore-Intelligenza sia sprigionato da dentro di noi. Se si vuole un mondo migliore, bisogna dunque partire da sé stessi, è lì la prima e vera battaglia quotidiana, per tutta la vita. Man mano che in essa, con l’aiuto di Dio, si vince, allora si comincia pure a trasformare il mondo intorno a sé, di più o di meno, a seconda della potenzialità e della conseguente missione individuale, doni di Dio, della possibilità che ha Lui di agire in noi, del nostro impegno. Vogliamo un mondo diverso e migliore?

Bene. Cominciamo a diventarlo. Questo dice il cristianesimo, che non si oppone neanche all’utopía e al “comunismo” (ma non quello di Marx, quello cristiano appunto), se scelti liberamente dalle persone, anzi, li ha inventati e realizzati. Utòpia è il titolo di un’opera di T. More, filosofo cristiano del ‘500 e santo patrono dei politici cattolici. Prospetta una società ideale in cui c’è la proprietà collettiva della terra, primo mezzo di produzione. Il comunismo dei beni era già realizzato nella comunità cristiana fondata dagli Apostoli, formati da Cristo, poi è stato vissuto, e così fino ad oggi, in piccole comunità, monastiche o di fedeli laici, che sono, profeticamente, un’anticipazione della società futura. Ad esempio, Giovanni Paolo II definì Nomadelfia, da decenni presente in Toscana, “una comunità profetica”.

Ciò che in realtà si oppone alla realizzazione dell’utopia e anche solo al prodursi di un mondo migliore è l’egoismo connaturato a ogni essere umano, insieme ai 7 vizi capitali: superbia, lussuria, materialismo, ecc. A questo enorme ostacolo si aggiunge attualmente il potere delle élites, che non solo non vogliono essere scalzate, ma vogliono anzi accrescere, egoisticamente, potere e benefici, e sono in guerra, non solo macro-economica, tra loro.

drago dell’apocalisse a 7 teste, come i 7 vizi capitali

Oggi controllano pressoché completamente i sistemi sociali, a cominciare dalla mentalità diffusa, dalla psicologia e dall’opinione pubblica, prodotte dai media e dall’industria culturale. L’autonomia, la libertà del soggetto, del cittadino, pure in Occidente, è relativa essenzialmente alle cose secondarie.

Come spiegato da P. Bourdieu, il singolo interpreta soggettivamente e attivamente un copione già scritto dalla cultura generale e dalla subcultura del gruppo sociale (di appartenenza e di riferimento), dalle strutture sociali insomma in cui è inserito e di cui è partecipe, con cui è stato socializzato, (primariamente e secondariamente, concetti sociologici) e quindi, anche se non se ne accorge, cognitivamente strutturato. Prodotto storico-sociale, ogni essere umano legge la realtà, le situazioni, con un sistema mentale di pregiudizi, in piccola parte frutto di soggettiva rielaborazione.

Perciò la realtà, micro e macro sociale, così come viene percepita, è soprattutto una costruzione sociale, presente nella mente dei soggetti. A meno che essi non rientrino davvero in sé stessi, perché sono anime. L’anima? Oggi veramente non è prevista, il copione dell’ideologia dominante laicista non prevede che esista, né tantomeno che faccia parte della vita pubblica.

Al più viene concessa come credenza irrazionale privata, antiscientifica, così viene fatto credere dall’ideologia dominante, diffusa, con i media ed i libri, dall’élite dominante. Il mondo quindi è fatto, ufficialmente, pubblicamente, di materia. Sapessimo almeno cos’è. La Fisica, che se ne occupa ed è come tutte le scienze in divenire, non ha certezze assolute al riguardo.

La torre di babele

E soprattutto, come dice Federico Faggin, fisico e geniale inventore, non spiega il fenomeno della coscienza. Intanto la Fisica, dopo Einstein e la teoria dei quanti, ha di fatto superato il paradigma materialistico e meccanicistico dell’Età Moderna, che però viene ancora, ideologicamente, imposto alle masse. Tale pilastro teoretico della Modernità, dell’ideologia dominante, in realtà vacilla fortemente e crollerà definitivamente con questa liquida, precaria e infelice società, che si prepara alla guerra e però ha ancora tanto bisogno di credere e di far credere in esso.