Francesco Pontelli 

Il Governo Meloni ha  pubblicato il decreto nel quale sono inseriti i finanziamenti  per l’acquisto di auto elettriche , a fondo rigorosamente  perduto , con stanziamenti da 11 mila fino a 20 mila euro (veicoli commerciali per le microimprese).

Il  governo Meloni , quindi, utilizza  risorse pubbliche per sussidiare l’industria automobilistica , in particolar modo la modalità verso una  transizione  elettrica quindi inevitabilmente a favore delle auto  cinesi .

In questo contesto si ricorda che la competitività delle autovetture cinesi dipende Innanzitutto dai finanziamenti statali che la Cina concede a tutte le imprese automobilistiche , tanto da renderle delle vere e proprie aziende a partecipazione statale.

Una lotta di conseguenza impari che vede i gruppi privati europei ed occidentali combattere contro uno stato che utilizza l’auto come strumento destabilizzante dell’intero asset Automotive europeo ed occidentale.

In più questa asimetria industriale viene ulteriormente rafforzata anche dal fatto che la Cina importa cinque (5) miliardi di carbone e sul territorio operano oltre mille ( 1.000)  centrali a Carbone le quali forniscono il 62% della energia elettrica al sistema industriale del Colosso cinese. 

A questo si aggiunga come in un recente accordo con l’India entrambi i leader hanno sottoscritto un protocollo di intesa che prevede la nascita di altre centinaia di centrali sempre a Carbone.

In questo contesto di confronto assolutamente non concorrenziale e sottovalutato dalla stessa Unione Europa la quale sostiene e finanzia l’aumento delle emissioni attraverso l’acquisto di autovetture cinesi ( che di fatto per la loro realizzazione sono delle vere e proprie auto a Carbone) ma  in evidente contraddizione con i proclami  relativi alla volontà di abbattere le stesse emissioni.

Una politica che coinvolge , quindi , ora anche il governo italiano ,

Il quale dimostra o di non essere in grado di comprendere gli effetti della loro politica economica (1), o peggio ancora di avere venduto la propria identità politica alla Cina ed il futuro industriale esattamente  come l’Unione Europea (2) .

In fondo , sarebbe stato sufficiente rifarsi al pensiero di Marchionne , assieme all’ ingegnere Ghidella l’ultimo manager adeguato di casa Fiat, il quale nel 2009 affermò come  gli incentivi avrebbero favorito solo la concorrenza estera di conseguenza si sarebbero tradotti in un boomerang per l’economia nazionale.

Un pensiero ora più che mai attuale  ma che non viene tenuto in alcuna considerazione , mentre si preferisce  assecondare la volontà cinese di aumentare la dipendenza dei mercati occidentali ed in particolare dell’Unione Europea dalla produzione autovetture cinesi, di conseguenza aumentando la propria zona di ingerenze politica.

In più , ma non per questo meno importante, utilizzare risorse pubbliche per favorire una unica tipologia di mercato determina inevitabilmente una perdita  di risorse e disponibilità a sfavore di tutti gli altri settori economici anch’essi in difficoltà per le tensioni geopolitiche internazionali e che soffriranno le conseguenze di questa miope strategia  con un calo dei propri fatturati legati ad una diminuzione della domanda. 

Una considerazione assolutamente da estendere anche alla solita adozione del bonus finalizzato all’acquisto di elettrodomestici ,

che automaticamente incentiva questi acquisti ma non prende in alcuna considerazione un sostegno al mercato calzaturiero o del tessile abbigliamento( solo per offrire un esempio) i quali già soffrono una crisi legata anche alle prime  sanzioni russe , partite  addirittura dal 2014.

Quindi emerge evidente la solita considerazione sulla base della quale anche per questo governo  esattamente come per i precedenti, l’economia rimanga  ancora un mondo inesplorato ed incomprensibile anche solo nella drammatiche conseguenze occupazionali di scelte strategiche inopportune .

Nello specifico contemporaneo  con l’aggravante di rappesentare un errore ripetuto e  di conseguenza diabolico.

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.