Hagen nell’opera di Wagner

Nella tetralogia wagneriana L’Anello del Nibelungo, Hagen appare solo nell’ultimo dramma, Götterdämmerung, ma il suo ruolo è cruciale:
è il motore della catastrofe finale che porta alla distruzione degli dèi, degli eroi e dell’intero mondo antico.


🧬 Origine e natura

In Wagner, Hagen non è solo un uomo spietato: è una creatura senza amore, concepita nell’odio e nel desiderio di dominio.

  • Hagen è figlio del nano Alberich, il ladro dell’Anello del Potere nel primo dramma (Das Rheingold).
  • Sua madre è una donna mortale: dunque Hagen è un essere ibrido, metà umano e metà Nibelungo.
  • Da suo padre Alberich eredita l’ossessione per l’Anello maledetto, simbolo del potere assoluto e della corruzione.

⚔️ Ruolo nella trama

Nel Götterdämmerung, Hagen serve Gunther, re dei Ghibich (equivalente ai Burgundi), ma in realtà manipola tutti per impossessarsi dell’Anello che Sigfrido porta.

  • Inganna Gunther e Sigfrido: li fa agire contro il loro onore e la loro lealtà.
  • Architetta la morte di Sigfrido, avvelenandolo e trafiggendolo alle spalle durante una battuta di caccia — proprio come nel poema medievale.
  • Dopo l’assassinio, cerca di prendere l’Anello dal dito del morto, ma una forza invisibile lo respinge: il destino lo maledice.

💀 La fine

Alla fine dell’opera, Hagen uccide Gunther, il suo stesso re, per impadronirsi dell’Anello.
Ma Brünnhilde, la valchiria e sposa di Sigfrido, si immola sul rogo funebre e restituisce l’Anello alle Norne (le dee del destino).
Il Reno si gonfia, le acque travolgono tutto, e Hagen viene inghiottito dal fiume, punito per la sua brama di potere.


🔥 Simbolismo

  • Hagen wagneriano rappresenta la corruzione del mondo e la fine degli dèi.
  • È il “figlio dell’odio”, la personificazione del nichilismo e della brama di dominio che distrugge tutto.
  • Wagner lo tratteggia quasi come un demone moderno, freddo, senza passioni umane, privo di pietà o amore.

🎶 Musicalmente

  • Wagner gli assegna un leitmotiv cupo e profondo, spesso nei bassi, con toni metallici e sinistri.
  • Quando Hagen appare, l’orchestra “diventa pesante”, come se l’oscurità stessa avesse preso voce.
  • Il suo tema musicale contrasta con quelli luminosi di Sigfrido e Brünnhilde: rappresenta la caduta morale dell’umanità.

In sintesi:

Hagen nel poema è un uomo spietato ma umano; in Wagner diventa una forza cosmica del male, il simbolo della distruzione finale.



Monologo di Hagen, figlio di Alberich

HAGEN:

Silenzio… anche gli dèi tacciono, stanotte.

Io solo veglio — figlio dell’ombra, germinato da un sogno d’odio.
Laddove altri nacquero dal grembo d’amore,
io venni generato dal furore di mio padre,
dal veleno che stilla dall’Anello maledetto.

Sigfrido!… Splendente stolto, cieco alla tenebra che lo circonda.
Crede di dominare il mondo, ma ignora che ogni luce proietta un’ombra,
e l’ombra… sono io.

Gli uomini mi chiamano traditore,
ma io sono solo la voce della legge segreta del ferro e del sangue.

Non servo né amore, né pietà, né sogno:
servo il destino che scorre come il Reno —
freddo, profondo, irresistibile.

Alberich! Padre oscuro, ascolta il figlio che non hai mai amato:
io compirò la tua maledizione.
L’Anello tornerà a noi,
e con esso cadranno gli eroi, le donne, gli dèi stessi.

Sì… lasciate che il mondo bruci nella sua stessa gloria.

Quando l’ultimo fuoco consumerà il cielo,
il mio nome sarà vento,
e solo la notte avrà memoria di Hagen.