La tensione nei Caraibi continua a crescere — e questa volta non soltanto per il passaggio del devastante uragano Melissa. A preoccupare governi e analisti è il mastodontico dispiegamento militare ordinato dal presidente statunitense Donald Trump di fronte alle coste del Venezuela: un’operazione senza precedenti negli ultimi decenni.
In queste ore, la portaerei USS Gerald R. Ford, definita dagli stessi militari americani “la nave più letale mai varata dalla Marina degli Stati Uniti”, si prepara a congedarsi dall’Adriatico — dove ha radunato l’intero gruppo d’attacco al largo delle coste italiane — per dirigersi verso il teatro caraibico.
Secondo un recente studio del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (CSIS), questa mobilitazione navale rappresenta il più grande schieramento delle Forze armate USA dai tempi della Prima Guerra del Golfo (1990-1991).
Gli esperti non hanno dubbi: qualcosa sta per accadere, e non si tratterà solo di una dimostrazione di forza.
Il colonnello in congedo Mark Cancian, autore dell’analisi del CSIS, è esplicito:
«Non mandi una delle tue risorse navali più importanti semplicemente per farla stare lì a guardare. O la si usa o la si riassegna. L’ipotesi più probabile è un attacco missilistico contro il Venezuela.»
La flotta statunitense al largo del Sud America potrà contare su oltre 700 missili, tra cui circa 180 Tomahawk, progettati per colpire obiettivi terrestri con una precisione chirurgica.
Scenario, dunque, incerto e in continua evoluzione. Ma una cosa è ormai chiara agli analisti: la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro.
