Novità sul caso del pirata della strada che il 10 novembre scorso aveva ucciso il 36enne di Melide, Andrea Tamborini. Stando a quanto riferisce la RSI, l’uomo, che si trova tuttora in prigione, non solo aveva un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti ma viaggiava anche alla velocità di 150 km orari.

Lo ha stabilito la perizia tecnica disposta dalla Procura e consegnata nei giorni scorsi dall’ingegnere Massimo Dalessi. È stato stabilito inoltre che la brusca frenata ha fatto rallentare l’auto a 116 km orari prima dell’impatto con lo scooter della vittima, che in quel momento si trovava sulla corsia di destra che il pirata della strada aveva usato per sorpassare.

A fine dicembre scorso la giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà aveva accolto l’istanza di proroga della carcerazione preventiva richiesta dal procuratore Nicola Respini in quanto esisteva il pericolo di recidiva. La carcerazione era stata prolungata fino al 15 febbraio 2018.

Oggi l’uomo, difeso dal legale Yasar Ravi, è ancora in carcere ed è accusato di omicidio intenzionale. Rimarrà dietro le sbarre almeno fino al 29 marzo prossimo, nuovamente dietro richiesta del procuratore Respini.

Il giorno dell’incidente, il pirata sotto effetto di alcolici, aveva rischiato più volte di causare incidenti e diverse persone avevano segnalato la sua presenza alla polizia. Nonostante l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine che avevano cercato di rintracciare il veicolo, non hanno fatto in tempo a salvare la vita al 36 enne Andrea Tamborini, che era diventato padre solamente 5 giorni prima della tragedia.