Sull’edizione di sabato del Corriere del Ticino il presidente dell’UDC Ticino replica con toni decisi alle dichiarazioni tenute da Walter Gianora al Congresso del PLRT di Mendrisio lo scorso 2 luglio.

“Le intese elettorali tra UDC e Lega – scrive Rusconi – sono a suo dire (a dire di Gianora, ndr)accordi privi di costrutto e la minaccia ai seggi PLRT un tentativo di appropriarsi di spettanze liberali storiche. Devo ricordagli che gli eletti di ottobre sono di sola «spettanza» popolare e solo gli elettori ticinesi hanno il compito di scegliere i loro rappresentanti.
Se Gianora non ha recepito appieno che il calendario politico non si è fermato al 9 di aprile è un suo problema, ma il Ticino necessita di andare oltre le intese che nascono sia in Parlamento che tra i responsabili di Governo, oramai ci si divide tra chi guarda al futuro e chi rimpiange il passato.
Noi criticamente da partito di opposizione siamo disposti a sostenere quelle iniziative e quei partiti che hanno deciso di decidere.
Non vi sono alleanze precostituite, ma intese che consentono di agire e di dare risposte celeri e chiare. Chi accetta questa nuova realtà ne diventa protagonista, per gli altri non rimane altro che rifugiarsi nel bel tempo che fu.
Certo che rifugiandosi nel bel tempo che fu non si fa altro che isolarsi non prendendo atto che le antiche glorie sono tramontate e che il predominio cantonale è terminato.
Abbiamo sostenuto la Lega per l’ottenimento del secondo seggio in Governo e con l’accordo di ottobre intendiamo continuare la collaborazione a livello federale, se gli altri partiti trovano che questo sia un male per il Cantone non hanno che ottenere la fiducia dei ticinesi dimostrando di saper fare meglio.

Non è certamente con gli appelli mediatici dei fini pensatori liberali radicali, che si smentiscono vicendevolmente, sia nei fatti (mozione sui ristorni) che nelle parole (Ambrosetti, Lombardi, Giudici, Sadis) che gli interessi ticinesi, sia a Berna che nel confronto con l’Italia, troveranno le auspicate soluzioni. Il partito dalle vantate più anime si sta riducendo ad un partito senz’anima e senza una linea che ne definisca la collocazione nell’ambito della politica nazionale e cantonale, è rimasta solo l’arroganza di chi per troppo tempo ha condotto le danze ma che oggi non sa più ballare.

Se il PLRT vuole continuare a dare un contributo al Ticino non ha che scendere dalla cattedra e mettersi sui banchi come tutti gli altri, perché la colpa non è sempre degli altri ma sovente di chi continua a predicare quello che nessuno vuole più sentire.
Se le porte per uscire dal PLRT sono aperte (Gianora dixit) quelle dell’UDC lo sono per chi vuole entrare.”