(Fabio Traverso)
A lungo etichettato come “cinema per bambini” o peggio come apologia dell’imperialismo americano da una critica ideologicizzata al contrario è nel genere “western” che la settima arte ha raggiunto alcuni dei suoi vertici più alti.
La cosiddetta “conquista del west” ha concentrato ,nell’arco di un pugno di anni, quello che in Europa si è invece verificato nel corso di secoli se non di millenni ovvero il passaggio dalla società di caccia e raccolta a quella pastorale e da questa a quella agricola : è inevitabile che questa epopea , con tutte le sue tragedie e contraddizioni, affascini l’uomo occidentale.
Uno dei vertici cinematografici cui si faceva riferimento è indubbiamente “Sfida infernale “ (in originale “my darling Clementine” realizzato nel 1946 da John Ford) nella pellicola il contrasto tra civiltà e “ferinitas” è rappresentato dal contrasto tra la famiglia Earp , capeggiata da un Henry Fonda apollineo fisicamente e moralmente tanto da assumere l’incarico di sceriffo e la famiglia Clanton, dedita ai reati predatori senza che peraltro questi siano concepiti come un disvalore ma come un’inevitabile destino per una società premoderna.

Entrambi i nuclei familiari sono all’origine mandriani, del resto il “cowboy” figura archetipa dell’epopea del west altro non è che una rivisitazione della figura mitologica del centauro , un essere in bilico tra la razionalità (la figura di Chirone) e animalesca violenza.
In mezzo a questi due mondi si staglia la figura più affascinante del film, il Doc Holliday interpretato da Victor Mature, un uomo che compie un itinerario inverso ovvero una catabasi dalla civiltà alla barbarie: stimato medico nell’est è divenuto all’ovest pistolero ed avventuriero spinto da demoni interiori di cui la malattia ai polmoni rappresenta solo quello più visibile: anche le due donne che lo contendono , la maestra di scuola Clementina e la meticcia Chihuahua , rappresentano gli archetipi dell’apollineo e del dionisiaco tra i quali Doc Holliday/Mature non è in grado di scegliere.
Come un ardito fiumano Mature è affascinato dalla bella morte, “il paese misterioso da cui nessun viaggiatore è mai tornato “ come recita il monologo shakesperiano che rappresenta uno dei punti più alti del film, e proprio nella morte trova la liberazione dai suoi tormenti , schierandosi alfine per la legge e contro la barbarie.
La sconfitta della “ferinitas” culminata nella sparatoria finale all’O.K Corral è descritta da Ford attraverso una serie di istituzioni e figure topiche, la chiesa in costruzione, la maestra interpretata dalla Clementina che dà titolo alla pellicola, l’attore shakesperiano che lo sceriffo salva dal dileggio della famiglia Clanton che richiamano le “nozze , tribunali ed are” evocate dal Foscolo per rendere pietose le umane belve .
Come il lettore avrà intuito “de te fabula narratur” : il cinema western affascina così tanto perché parla della nostra storia , ed è auspicabile che capolavori come “Sfida infernale “ (ma tanti altri esempi possono essere fatti) siano salvati dall’oblio e riproposti alle nuove generazioni,
