l “santo samurai” è il soprannome con cui viene talvolta ricordato Justo Takayama Ukon (1552–1615), un signore feudale giapponese (daimyō) convertitosi al cristianesimo nel XVI secolo, durante il periodo delle missioni gesuitiche in Giappone. La sua figura è straordinaria: un guerriero nobile e potente che rinunciò a ricchezza, onori e privilegi per rimanere fedele a Cristo, affrontando l’esilio e la povertà senza mai rinnegare la sua fede.
Nato in una famiglia di samurai, Ukon ricevette il battesimo attorno ai 12 anni, influenzato dalla predicazione dei missionari gesuiti — in particolare San Francesco Saverio e i suoi successori. Suo padre fu tra i primi feudatari a convertirsi. Ukon, diventato lui stesso daimyō, usò la sua influenza per proteggere i cristiani, costruire chiese e sostenere i missionari, arrivando a convertire migliaia di persone.
Non fu solo un benefattore: fu anche un uomo di preghiera, di penitenza, di carità, che cercò sinceramente di vivere il Vangelo nella sua vita quotidiana, nonostante la sua posizione di potere e la cultura guerriera del tempo.

Quando il governo giapponese, temendo l’influenza straniera del cristianesimo, cominciò a perseguitare i cristiani e chiese ai daimyō di abbandonare la fede o i loro feudi, Ukon scelse Cristo. Rinunciò a tutto: castelli, eserciti, titoli, terre, divenendo un samurai errante e infine un esule. Con dignità e senza odio, accettò la perdita dei beni terreni, convinto che “meglio perdere il regno del mondo che tradire il Regno di Dio”.
Nel 1614, durante la grande persecuzione anticristiana, fu esiliato nelle Filippine, dove arrivò stremato e morì pochi mesi dopo, nel 1615, a Manila, in odore di santità.
Justo Takayama Ukon è stato beatificato il 7 febbraio 2017 a Osaka da Papa Francesco (tramite il card. Angelo Amato), come martire della fede “non cruente”: la Chiesa ha riconosciuto che morì a causa delle sofferenze patite per la sua fedeltà a Cristo, anche se non fu ucciso con la spada. La sua testimonianza è unica nel panorama dei santi: un samurai, maestro d’armi e di disciplina, che scelse di vivere da cavaliere di Cristo.
