Fonti di “intelligence” francesi hanno confermato la fornitura da parte USA agli Israeliani di 55 bombe GBU-28 Hard Penetrator in grado di distruggere installazioni sotterranee, i cosiddetti “Bunker Buster”. Questi sono stati promessi dal ex-presidente Bush Jr., ma la fornitura tardiva arriva dal nuovo presidente “democrat” B. Obama, che con questa azione rivela in pieno la sua politica permeata da contraddizioni e ipocrisia.

Questi ordigni di penetrazione del terreno e di considerevole capacità distruttiva dovrebbero colpire istallazioni di produzione di armi nucleari iraniane o altri siti sotterranei contenenti le armi stesse, che siano atomiche, biologiche o chimiche.
Data le costruzioni di Bunker sempre più profondi, le convenzionali “thermobaric bomb” saranno sufficienti, anche se non è per niente sicuro che siano efficaci (nel senso di raggiungere l’obiettivo prefissato) dovendo passare a quelle nucleari, dai non trascurabili effetti collaterali.

In sostanza l’idea malsana sarebbe di colpire un ipotetico pericolo nucleare con le non meno pericolose bombe tattiche o strategiche di penetrazione suolo.
Il prossimo passo, non confermato, potrebbe essere l’impiego di “Bunker Busters” nucleari (programmi e test chiusi ufficialmente nel 2005, ma portati avanti segretamente). Già nel 2009 un’associazione di scienziati preoccupati dell’uso di tali bombe (Union of Concerned Scientists) aveva avvisato ed avvisa tutt’ora delle conseguenze disastrose dell’uso di “Bunker Buster” oltre alla loro dubbia efficacia.
Le conseguenze peggiori per la popolazione civile dell’impiego di tali bombe è facilmente immaginabile (colpire impianti nucleari, chimici, batteriologici con bombe convenzionali o nucleari non fa molta differenza se veramente si colpiscono tali depositi): la detonazione avviene per forza di cose nel terreno con la conseguenza di formare una enormità di pulviscolo radioattivo (fallout) che si espanderebbe in una area vastissima, nel caso dell’Iran sino diversi paesi vicini, non da ultimo il Pakistan.

Gli effetti radioattivi potenzialmente colpirebbero diversi milioni di persone, in tutte le sfaccettature: dagli effetti cancerogeni per le zone più lontane (diciamo 500 km) a morte veloce nelle vicinanze, e come la catastrofe degli anni ’80 di Chernobyl insegna, il pulviscolo radioattivo aiutato dalla meteorologia può arrivare molto lontano.
Le ricadute radioattive sono tra l’altro uno degli effetti più subdoli e devastanti per l’essere umano.

Che il Presidente USA Obama si dimostra ipocrita è oramai noto: ordine attacco e uccisione Gheddafi, ma senza sporcarsi troppo le mani, e in quest’ultimo caso eliminare il pericolo del nucleare Iraniano: come se le altre nazioni in possesso dell’atomica della regione non rappresentassero pericolo (!) oltre al coinvolgimento di Cina e Russia.
Arriviamo quindi ad eguagliare la demenzialità di Bush Jr. riservandoci di pensare all’attenuante ingenuità o altro per Obama.
Sono tutti concordi sull’idea a dire poco “disturbata” di colpire con ordigni talmente potenti l’Iran, perfino ex agenti del Mossad (servizi segreti israeliani) oltre ai già citati scienziati contro l’impiego di tali armi, nazioni come Russia e Cina e quant’altri nella regione. Ma il presidente americano gioca con il fuoco (o meglio lascia i fiammiferi agli altri) pensando di spegnere incendi immaginari, senza pensare che certi fuochi sono difficili o impossibili da spegnere. Vedremo se si tratta di semplici “patetiche” dimostrazioni di forza pre-elettorali o deliri condivisi da Israele, o la forza della ragione prevarrà. Certo è che tanti giocattoli non dovrebbero stare nelle mani di questi bambinoni buoni e cattivi, a seconda dello schieramento.

Mirco Würgler