Risposta all’articolo di Carlo Piccardi “Cittadinanza culturale”, pubblicato su La Regione Ticino del 13 febbraio u.s. (si veda l’articolo)

Ovviamente Ticinolive non prende posizione sulla polemica in corso. Sono però andato a leggermi Piccardi sulla Regione (proprio per non sentirmi rinfacciare: parli senza cognizione di causa!) Del suo testo mi hanno, in particolare, colpito le seguenti parole: “Ora, che la cultura si possa declinare in varie tendenze, anche in base all’orientamento politico, è scontato. Ma che da qui si passi al dichiarato assoggettamento partitico, sottraendo le posizioni a una libera dialettica e a un aperto dialogo condotto in funzione del potenziamento dei valori culturali che concernono tutti indistintamente, c’è di che preoccuparsi”. Il “signor Piccardi” (come scrive poco cortesemente Jean Olaniszyn, ma io non intendo certo negargli i titoli che gli spettano) ha indubbiamente un senso dello humour alquanto… attenuato se giudica opportuno scrivere una frase del genere. Come se non lo sapessero anche i paracarri (intendo proprio i paracarri, quegli oggetti in granito o cemento che fiancheggiano le strade di montagna) da che parte sta (non che sia proibito). [fdm]


Ringrazio il signor Piccardi per l’attenzione dimostratami con il suo intervento. Concordo con il suo pensiero quando dichiara che la cultura dovrebbe essere concepita come un bene comune, ciò che personalmente ho sempre sostenuto e promosso, purtroppo scontrandomi con certi ambienti cosiddetti di sinistra, che hanno spesso e volentieri manifestato ostracismo, sia direttamente contro il sottoscritto soprattutto per lo spirito anarchico che mi contraddistingue, sia nei confronti delle attività del Centro culturale Il Rivellino LDV di Locarno (che ha sempre aperto le porte a tutti, senza alcun pregiudizio politico o religioso) di cui sono co-curatore con i proprietari Arminio e Paolo Sciolli.

Dopo essere stato punzecchiato per anni, osteggiato nei modi più biechi con il preciso intento di contrastare la mia volontà di potenziamento proprio di quei valori culturali citati dal signor Piccardi, con boicottaggi di rara viltà, sono sempre in prima linea nel contestare certe scelte che reputo sbagliate o controproducenti. In questo senso la mia identificazione nella Lega dei ticinesi sottolineata da Piccardi non annulla di certo il problema di mala gestione di certa “cultura” nel Canton Ticino, con clientelismi e favoritismi evidenti soprattutto nel caso della gestione del LAC e del Museo delle culture di cui critico, con cognizione di causa, delle scelte che reputo totalmente inadeguate.  

Stigmatizzo inoltre le provocazioni del signor Piccardi quando si spinge a deridere le veritiere cifre menzionate nella mia intervista pubblicata sul Mattino della Domenica circa l’affluenza di visitatori nelle manifestazioni culturali del Rivellino di Locarno e al Museo Hesse di Montagnola. Il sottoscritto non si vanta di “iperboliche cifre” come avventatamente dichiarato dal signor Piccardi, ma le decine di migliaia di visitatori al Rivellino sono una realtà indiscussa che ovviamente fa male a molti, e pure i 100 visitatori al giorno del Museo Hesse di Montagnola sono una realtà indiscutibile. Come sono una realtà le 10 persone di media al giorno che visitano il Museo delle culture e non penso proprio che sia uno svilimento citare dei dati veritieri (definite dei Mantra da Piccardi) che confrontano una struttura privata come il Centro culturale Il Rivellino che non riceve nessuna sovvenzione pubblica con una struttura come il Museo delle culture che sopravvive unicamente con i sostegni milionari del contribuente.

Il signor Piccardi si perde poi in un attacco personale che ha poco a che fare con la cultura e accecato non si avvede che argomenta fatti non conformi alla realtà. Sarebbe bastato rileggere le centinaia di articoli pubblicati dal 1997 ad oggi dai media di tutto il mondo, compresi i giornali ticinesi, che provano con il contenuto dei loro articoli quanto dichiarato dal sottoscritto. Oppure il signor Piccardi, che tra l’altro non si è mai visto al Rivellino, poteva chiedere di visionare i nostri archivi, compreso l’Archivio della fondazione del Museo Hesse e non fantasticare o peggio pubblicare notizie false come quella relativa ad un mio ipotetico “allontanamento” (per altro mai avvenuto) dal Museo Hesse di Montagnola che ho ideato, fondato, promosso a livello mondiale e del quale detengo a vita la proprietà intellettuale.

Il Gioiellino della Collina d’Oro come aveva definito il museo Hesse l’allora sindaco di Gentilino signor Spartaco Arigoni esiste unicamente grazie al sottoscritto con finanziamenti privati, in primis della mia famiglia, e non con soldi pubblici, come d’altronde anche altre realtà culturali importanti per il Canton Ticino che ho promosso, cito per esempio la scoperta e divulgazione dell’opera di Ivan Bianchi, pioniere della fotografia in Russia, ma anche le 700 pubblicazioni curate per le edizioni ELR che ho fondato e le oltre 500 manifestazioni culturali che ho organizzato sia in Svizzera che all’estero con la collaborazione di massime istituzioni pubbliche e private. Ecco signor Piccardi quello cha sa fare un anarchico “leghista” che fa cultura con sponsor privati e non si appoggia esclusivamente su contributi pubblici. D’altronde, soprattutto in questi momenti di crisi, sia detto forte e chiaro, per il sottoscritto deve essere privilegiata la socialità.

Nessun Mantra da lei citato potrà mai cancellare queste verità.

Jean Olaniszyn