Riceviamo e integralmente pubblichiamo.

L’espressione chiave che figura nel testo non può sfuggire ad alcuno. Suona così: (questa condizione) non è negoziabile. Ma è evidente che per gli aderenti a Grazie Cardiocentro la condizione È negoziabile.

Sarà una gran bella lotta, tra due compagini agguerrite. La posta in palio è alta, e i politici ci metteranno il becco. I portali e i “social” ci andranno a nozze.

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Il dibattito attorno al futuro del Cardiocentro Ticino (CCT) ci sembra fuorviante e condotto in modo un po’ irrazionale, fazioso e confuso. La realtà dei fatti può essere invece riassunta in modo cristallino. Il “nuovo” Cardiocentro sarà più forte, pubblico e autonomo. L’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) non è quel Cerbero che vuol divorare il Cardiocentro. E infine: “pacta servanda sunt”.

A metà degli anni ’90 un facoltoso e generoso medico tedesco, il Dr med. Eduard Zwick, fece una grossa donazione per creare un centro di cardiologia e cardiochirurgia in Ticino. Il Cardiocentro nasce da questa donazione e dall’intraprendenza ed entusiasmo del Prof. Dr med. Tiziano Moccetti, al quale siamo tutti riconoscenti.

L’atto stesso di Fondazione del Cardiocentro stipula che, dopo 25 anni, la nuova struttura diventi pubblica e gestita dall’EOC. Questa condizione è stata ratificata il 22 dicembre 1995 in una convenzione sottoscritta dall’EOC e dal CCT, e non è negoziabile. I 25 anni scadranno inderogabilmente alla fine del 2020, nel pieno rispetto delle parti e della volontà del donatore, che voleva un Cardiocentro pubblico e di tutti i ticinesi.

Grazie all’integrazione del Cardiocentro nell’EOC verranno riunite le forze con tutti gli altri ospedali pubblici ticinesi e sviluppate nuove sinergie, indispensabili per essere competitivi a livello nazionale ed internazionale. Il CCT è infatti, malgrado tutti i suoi lodevoli sforzi, una realtà troppo piccola per affrontare in solitario le sfide dei prossimi anni. In realtà, quindi, la prosperità del Cardiocentro a lungo termine sta proprio nell’unione con l’EOC!

Il personale medico ed infermieristico del CCT rimarrà lo stesso, anzi verrà potenziato, e l’EOC sarà garante dei rispettivi contratti di lavoro. Il Cardiocentro continuerà a godere di una grande autonomia, con stesse modalità dell’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana e del Neurocentro, che operano con una larga indipendenza medica, scientifica e gestionale e che hanno sviluppato negli anni una invidiabile storia di successo, anche a livello internazionale. Ora, malgrado l’inequivocabile accordo sottoscritto nel 1995, le prospettive di crescita e le garanzie di autonomia descritte sopra, la Fondazione Cardiocentro cerca di svincolarsi dal contratto pattuito e già saggiamente voluto al momento dell’atto di donazione da parte del Dr. Zwick.

Le dichiarazioni pubbliche del gruppo di sostegno “Grazie Cardiocentro” sono infondate e probabilmente pretestuose. Non vi sono infatti ragioni mediche né sanitarie per non integrare il CCT nell’EOC. Infondata è in particolare l’insinuazione che l’EOC non sarebbe in grado di garantire adeguate condizioni quadro all’attività del Cardiocentro. In realtà, l’Ente Ospedaliero Cantonale ha dimostrato negli anni di essere un’azienda solida e di successo, garante della qualità operativa nel suo multisito, attiva nella promozione della ricerca e aperta all’innovazione. Come discusso sopra, sarà proprio l’integrazione nell’EOC a garantire al CCT un futuro di successo. Forse pretestuose sono le dichiarazioni del gruppo di sostegno, perché sorge il dubbio che la levata di scudi sia a difesa di privilegi e di potere, sostenuta soprattutto da ambienti ideologicamente ostili agli enti pubblici. Anche il sostegno degli (ex-)pazienti ci sembra una inopportuna strumentalizzazione della loro buona fede e riconoscenza.

Ora, già in clima pre-elettorale, viene invocato da parte del Consiglio di Stato un atto di mediazione tra i consigli di amministrazione del CCT e dell’EOC. “Il Cantone, come più volte ricordato, ribadito e riportato in alcune prese di posizione, ha sempre tenuto gli accordi sottoscritti nella convenzione del 22 dicembre 1995 non modificabili nel contenuto e non dilazionabili” scrive il Consiglio di Stato già il 5 luglio 2017 nella sua risposta a due interrogazioni parlamentari.

La piattaforma della salute deplora questo clima polarizzato in fazioni pro o contro il Cardiocentro, che sta sconcertando l’opinione pubblica e che danneggia l’immagine della sanità ticinese. Ci auspichiamo una posizione chiara e tempestiva del Consiglio di Stato su una situazione, a nostro giudizio, altrettanto limpida. Altrimenti bisognerà spiegare al cittadino comune che l’antico proverbio “verba volant scripta manent” ha fatto ormai il suo tempo… e che in questo Paese, battendo la grancassa e dando fiato ai tromboni, si può far girare il mondo anche al contrario.

Per la Piattaforma Salute

Dr. Hans Stricker, presidente

Dr. Mario Alerci; Dr. Brenno Balestra; Isabelle Avosti Chopard, infermiera; Dr. Rolando Bardelli; Marina Carobbio Guscetti, Consigliera nazionale; Dr. Franco Cavalli; Dr. Guido Domenighetti; Dr. Michele Ghielmini; Dr. Davide Giunzioni; Dr. Kaj Klaue; Gina La Mantia, deputata in Gran Consiglio; Dr. Alessandra Lombardi; Dr. Pietro Majno-Hurst; Dr. Claudio Marone; Dr. Giorgio Mombelli; Dr. Giorgio Noseda; Dr. Olivia Pagani; Graziano Pestoni, Associazione per il servizio pubblico; Dr. Fabio Ramelli; Dr. Gian Antonio Romano; Dr. Beppe Savary-Borioli; Giovanna Scanzio, infermiera; Dr. Carlo Schönholzer; Dr. Cristiana Sessa; Dr. Claudio Städler; Michela Tomasoni-Ortelli, infermiera