UGO CANCELLI  La recente decisione del Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) di respingere un ricorso, ha dato luce verde all’ampliamento della rete di Publibike a Lugano. In totale, saranno disponibili per i turisti e la popolazione circa 600 biciclette pubbliche. Si tratta di una notizia positiva per la promozione turistica e, in particolare, per il traffico lento. Le piste ciclabili della regione di Lugano sono in fase di attuazione e la rete beneficia già attualmente di un numero di percorsi non indifferente (vedi piano comunale dei percorsi ciclabili). Nondimeno, molti ciclisti e, in particolare, quelli che circolano con bici elettriche, ignorando allegramente delle norme in vigore, infrangono costantemente la legge circolando su marciapiedi, passaggi pedonali e in zone pedonali, creando insicurezza e pericolo per i pedoni.

Ancora la scorsa domenica, per l’ennesima volta, ho assistito all’investimento (fortunatamente non grave) di un ragazzino al Parco Ciani (pieno zeppo di gente) da parte di un ciclista che, in sella ad una bici elettrica, se ne è andato senza nemmeno verificare lo stato del bambino. La prepotenza di questo genere di ciclisti, non si ferma al Parco Ciani. Basta vedere cosa succede in via Nassa (transito a tutta velocità persino sotto i portici), sui passaggi pedonali, ai semafori o sui marciapiedi della città, per rendersi conto che i pedoni, soprattutto quelli anziani, stanno diventando “ingombranti” per questi incivili e arroganti ciclisti.

Il piano dei percorsi ciclabili di Lugano prevede, fra l’altro, anche un collegamento ciclabile da Corso Elvezia, con entrata al Parco Ciani, che si snoda davanti a Villa Ciani, per uscire lungo viale Cattaneo. Questo accesso, purtroppo, fa si che molti ciclisti, soprattutto turisti, seguendo la segnaletica, credono (o fanno finta di credere) che il Ciani sia loro riservato. Ricordo che il Parco Ciani è un paradiso per tutti, riservato alle famiglie e ai bambini, che possono correre e giocare in tutta libertà e sicurezza, e a coloro che cercano un’oasi di tranquillità. Il fatto che molti ciclisti (soprattutto quelli con bici elettriche) considerino il Parco o le zone pedonali una pista di Formula 1, crea pericolo e insicurezza specialmente per i più piccini, anziani e le famiglie. Per la città, non è certamente un bel biglietto da visita vedere ciclisti che circolano a tutta velocità, incuranti della gente, persino sulla stretta passerella di legno che conduce alla Foce. Questa categoria, purtroppo, porta grave pregiudizio anche a tutti i ciclisti rispettosi delle norme in vigore e alla volontà di sostenere la mobilità lenta.

In considerazione di quanto precede, chiedo al Municipio:

➢ se non intende vietare totalmente l’accesso al Parco Ciani e alle zone pedonali, con relativa segnaletica e le conseguenti sanzioni, ai ciclisti (ad eccezione, evidentemente, per i più piccoli), vietando anche l’accesso ciclabile da Corso Elvezia e Viale Cattaneo.

➢ se, visto l’andazzo, non sia opportuno reintrodurre al Ciani la figura del guardiano del Parco, magari facendo capo a poliziotti in pensione o a volontari formati. E questo per mantenere ordine e sicurezza, anche in considerazione della pericolosità del lago per i bagnanti, alla Foce (dove si sono già registrate diverse vittime) e dell’assalto di certi incivili individui che seminano sporcizia, bottiglie rotte e quant’altro.

➢ se, visti gli scarsi risultati della campagna di sensibilizzazione e di prevenzione condotta finora, non si intenda dare un giro di vite in tutta la città contro queste infrazioni intervenendo per sensibilizzare e far rispettare la legge anche ai ciclisti irrispettosi delle norme più elementari della circolazione e di convivenza con i pedoni.

Ricordo che l’immagine e la percezione di sicurezza e di accoglienza di una città passa anzitutto dal rispetto della legge a tutti i livelli e dalla pacifica convivenza fra i diversi utenti degli spazi pubblici.

Ugo Cancelli, consigliere comunale