Riceviamo e volentieri pubblichiamo integralmente questo testo di Giorgio Ghiringhelli (per sottrarlo al boicottaggio e per non essere accusati, noi stessi, di boicottaggio).

Avevamo letto la notizia su LiberaTV, il bel portale di Bazzi e Leoni. Temevamo che fosse un Pesce d’aprile (con gli anni siamo diventati sospettosi). Ma Ghiringhelli ci rassicura: è tutto vero.

Quanto alle scusepotrà aspettarle fino al giorno in cui i morti resuscitati si aduneranno nella valle di Giosafat. A me, in verità, il Vosti era parso pienamente “congeniale” alla RSI. Diciamo pure “normale”.

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L’AVVICENDAMENTO A PARTIRE DAL PROSSIMO MESE DI SETTEMBRE

NUOVO CORRISPONDENTE DELLA RSI DA WASHINGTON :

MAX HERBER AL POSTO DI ANDREA VOSTI

Un anno fa il Guastafeste aveva lanciato una petizione per chiedere la rimozione del giornalista, giudicato troppo fazioso verso Donald Trump nelle sue corrispondenze dagli USA

A partire dal prossimo mese di settembre l’attuale responsabile dell’attualità regionale della RSI, Massimiliano (Max) Herber sarà il nuovo corrispondente da Washington della  radiotelevisione pubblica.  La notizia è stata data il 3 aprile   dal portale online di informazione Liberatv.

Ciò che la redazione di Liberatv ha omesso di precisare è che Max Herber prenderà il posto occupato da sei anni da Andrea Vosti, cioè quel giornalista di cui il Guastafeste aveva chiesto alla direzione della RSI di Comano la rimozione dal suo incarico di corrispondente con una petizione lanciata nel marzo del 2018 .

Una petizione che sollevò molte polemiche per la forma di protesta scelta, ma che contribuì  a lasciar trapelare un diffuso  malcontento, anche negli ambienti giornalistici, per la faziosità con cui il corrispondente da Washington informava sulle vicende del presidente Donald Trump. Una faziosità che a dire il vero aveva contrassegnato il modo di fare informazione di buona parte della stampa  americana ed europea, ma che mal si confaceva con il mandato di servizio pubblico della RSI.

La soddisfazione del Guastafeste

E’ quindi comprensibilmente con grande soddisfazione che ho accolto la notizia del prossimo avvicendamento. La speranza è che il successore di Vosti non si presterà a far semplicemente da megafono agli scontenti della politica trumperiana e a coloro che un giorno sì e un giorno no complottano per mettere in cattiva luce e se possibile destituire il presidente del più grande Paese democratico al mondo,  ma che si sforzerà di farci capire perché questo uomo dai modi sgarbati e così diverso dai soliti politici,  agli occhi dei suoi avversari  ha l’imperdonabile torto di voler mantenere le sue  promesse elettorali e di dire con una franchezza sconcertante quel che pensa, è stato eletto dagli americani al posto di Hillary Clinton. E anche di aiutarci a capire le sue strategie politiche, militari, finanziarie  ed economiche, basate sullo slogan elettorale “America first”,  nei confronti del resto del mondo , e in particolare dell’Europa, della Russia, della Cina, di Israele, dell’Iran, del Medio Oriente e dell’Islam.

Non sapremo probabilmente mai se Andrea Vosti abbia deciso di lasciare il prestigioso incarico di sua iniziativa o se è stato “rimosso”, come chiedeva la petizione. Come pure non sapremo probabilmente mai se vi sia qualche relazione fra la notizia dell’avvicendamento e la notizia, diffusa pochi giorni fa ( il 25 marzo), della consegna al Congresso americano del rapporto del procuratore speciale Robert Mueller ,  che scagiona il Presidente americano  dall’accusa di loschi legami tra la Russia e la sua campagna elettorale, mettendo fine a un’indegna campagna stampa contro di lui che durava da troppo tempo.

Quelle scuse che non arriveranno mai…

Molti giornalisti, che per tutta la durata dell’inchiesta han fatto di tutto per screditare Donald Trump,  montando la panna nella speranza di giungere alla sua destituzione, dovrebbero chiedere scusa al  presidente americano per le tonnellate di letame che gli han scaricato addosso, e dovrebbero chiedere scusa pure ai loro lettori e telespettatori per essersi prestati a fare da tam tam alla faziosa stampa americana, e per aver somministrato loro una valanga di notizie rivelatesi false e gonfiate ad arte,  invece di dedicare più proficuamente e più intelligentemente questo spazio e questo tempo a spiegare motivi e conseguenze del cambio di rotta della politica americana nei confronti del mondo.

Le scuse non sono arrivate e mai arriveranno, ma forse qualche giornalista deluso per la vittoria di Trump  o pentito del proprio operato ha deciso di cambiar mestiere, e magari  qualcun altro è invece stato rimosso dal suo incarico senza tanto clamore perché ritenuto troppo fazioso….

Giorgio Ghiringhelli