Norman Gobbi, Michele Foletti, Boris Bignasca e Roberta Pantani. Questa la composizione di un “Consiglio ristretto” destinato a guidare la Lega dei Ticinesi nella prossima fase, verso le comunali 2020, imminenti, e, più lontano, verso le elezioni 2023.

La decisione è stata presa ieri al grotto Valletta di Massagno, al termine di una riunione di “colonnelli”. Alcune personalità di peso della galassia leghista non figurano nel “quadrumvirato”: Borradori, Zali, Quadri, Caverzasio.

Un Capo non è stato designato (perché non c’è). Ma Andrea Leoni di LiberaTV (sempre perfettamente informato sulle vicende leghiste) si dilunga sulla figura di Boris Bignasca, cercando di prevederne il futuro, luminoso o grigio.

Boris riceve oggi una sorta di “promozione”. Sarà lui il presidente di cui la Lega (si dice) ha bisogno? Suo padre era “presidente a vita” e la cosa dal Destino fu presa alla lettera. Infatti da presidente morì. E in morte conquistò Lugano.

Anche se Quadri (comprensibilmente) minimizza, il 2019 è stato disastroso per la Lega. Non solo per le perdite, vistose, ma ancor più per un probabile segnale di inversione di tendenza, di “riflusso”. Una benedizione che certuni (ne conosco) attendono da 28 anni. I leghisti imprecano e gemono ma per fortuna anche i loro principali avversari non godono di ottima salute.

E il PS, non meno degli altri, boccheggia. Ma si avvale di un potentissimo doping. Perciò sembra (quasi) vincente.