Il mondo è bello perché vario. Per alcuni “piove” il coronavirus, per altri piovono dollari. Questo è il caso di Hong Kong dove il segretario alle Finanze, Paul Chan, ha annunciato a titolo di incoraggiamento l’erogazione di 10mila dollari di HK (pari a 1’300 dollari USA) per ogni cittadino adulto.

Come scrive Stefano Carrer, giornalista del Sole 24 Ore, “la regione che ha già scontato più di altre gli effetti negativi dell’epidemia, dà un esempio di ricetta per rilanciare l’economia”.

Essendo parte della Cina ha subito molti danni.  Un rimedio, il bonus, inter alia, che combinato con tagli alle tasse, affitti pubblici ed altre agevolazoni alle imprese, vuole mettere nelle tasche dei cittadini di HK del contante da spendere in consumi immediati;  con l’auspicio che aiutino a far girare la macchina dell’economia e ad uscire dalla recessione. .

Si stima che almeno 7 milioni di residenti beneficeranno del provvedimento che, ovviamente, andrà a carico delle casse statali. In dimensione, tale spesa complessiva corrisponderà al 2.5% del PIL( prodotto interno lordo) includendo altri provvedimenti, e quindi equivarrà a 120 miliardi di dollari di HK (ca. 10.2 miliardi di dollari USA). Una bella cifra: vicina come dimensione ad une bella manovra dei grandi stati della UE.

Non male come cifra per una piccola provincia della Cina. Ricordiamo sempre che HK, seppur con statuto speciale (un paese-due sistemi) è parte integrante della Repubblica Popolare Cinese.

Il provvedimento, molto particolare e raro nel suo genere, non è certamente solo mirato ai danni del virus, ma più generalmente a stimolare i consumi della  popolazione che, come sappiamo, da fine primavera dello scorso anno ha molto patito le violente e perduranti dimostrazioni iniziate a causa di un provvedimento iniquo che avrebbe consetito di portare a giudizio a Pechino gli incriminati per alcuni reati (politici). Pur avendo il governo ritirato la proposta di legge in questione , la protesta in corso è poi degenerata con forti ed ingenti danni per l’economia.

Occorrerà sicuramente  parecchio tempo per riportare la pace sociale ad HK e curare i danni che  nel frattempo hanno portato alla  recessione. Per il 2019 il PIL della “regione  amministrativa speciale” si è contratto dell’1.2%.

Salvo sorprese, le previsioni per l’anno in corso non sono migliori;  si stima un -1.5%.

Con il virus, sostiene Carrer, è stata la “tempesta perfetta” da cui sono nati i provvedimenti per dare una spinta positiva alla regione. E, presumibilmente, per tenere tutti buoni.

Bella la mossa che molti paesi, in questo momento, amerebbero adottare, ma il problema è sempre con quali soldi? Soprattutto per i paesi che hanno già un debito pubblico elevato o addirittura quelli che sappiamo essere  fuori controllo.

La risposta per Hong Kong invece ci viene dallo stesso segretario delle Finanze, Paul Chan, il quale sostiene che le casse statali sono in grado di garantire almeno 5 anni di deficit statale, ammesso che l’economia cresca del 2.8% fino al 2024, stando alle sue previsioni.

Peraltro, le riserve di cui dispongono ad Hong Kong si  aggirano attorno ai 144 miliardi di dollari USA, a comprova della sostenibilità della manovra.

Insomma, questa distribuzione di contanti definita “helicopter money” (danaro che si getta dall’elicottero….) dovrebbe dare sollievo ai cittadini. Va notato che non fa distinzioni tra poveri o ricchi. Il bonus sarà destinato anche ai multi miliardari (personaggi come Lee Ka Shing). Tale gesto non sorprende la popolazione essendo già accaduto in passato e tenuto conto della cultura e posizione, ma questa volta, siamo sicuri che verrà accolto come uno “zuccherino” o porterà ad un cambiamento di pensiero dei cittadini verso lo Stato?

E c’è qualche altro paese che avrà il coraggio (ed i soldi) per imitare la provincia cinese?

Vittorio Volpi