La ministra Azzolina – già al centro di diverse polemiche – ha escogitato una nuova invenzione per evitare il diffondersi del Covid19 tra studenti, alla riapertura delle scuole italiane, a settembre.

Ha così proposto fiabeschi banchi, degni della Fabbrica di Cioccolato di Willy Wonka, (manca solo che il film sia diretto da Tim Burton, con Johnny Depp), coloratissimi, singoli e… rotanti.

Sul web si scatena l’ironia (“sai che gare, durante l’intervallo?”) ma la ministra rassicura: “sono investimenti strutturali per le nostre scuole, che permetteranno forme di apprendimento nuove”.

Resta da comprendere perché mai un genere di apprendimento sarebbe da definirsi “nuovo” solo perché uno studente lo suggerebbe da un banco rotante.

Per quanto mi riguarda, l’umanità ha generato geni con le tavolette di cera e lo stilo di Roma Antica, e non mi risulta che i banchi rotanti potrebbero influire sull’ingegno dei piccoli Einstein crescenti.

C’è poi da tenere in conto la fascia d’età cui ci si rivolge: pargoli seienni o energumeni sedicenni? È difficile concepire una scuola inclusiva, se questa, proprio per le differenze di età e di insegnamento, tale non dovrebbe essere.

I banchi “rotanti” della polemica