In occasione della fondazione della nuova sezione PLRT di Tresa (in vista dell’aggregazione di Croglio, Monteggio, Ponte Tresa, Sessa), seguita da un dibattito Cassis-Vitta moderato da Marco Bazzi di LiberaTV abbiamo potuto scambiare qualche battuta con il consigliere federale Ignazio Cassis. Il tempo era scarso e non si può parlare di una vera e propria intervista.

Francesco De Maria  Signor consigliere federale, sull’iniziativa UDC detta “di limitazione” tutte le previsioni sono per il No. Ma i numeri sono importanti. A suo giudizio quale percentuale di Sì (ad esempio: 40 o 45 %) potrebbe rallentare o impedire la realizzazione dell’Accordo quadro con l’UE ?

Consigliere federale Cassis   Per il Consiglio federale l’essenziale è vincere la votazione. Il 27 settembre non si vota sull’Accordo quadro. Certo se vincesse il Sì non si parlerebbe più di Accordo quadro. Se vince il No, le trattative continueranno ma, in ogni caso e per legge, l’Accordo dovrà essere accettato dal popolo.

Nel Ticino potrebbe prevalere il Sì (ed io penso che questa sia realmente una possibilità). Che influsso avrebbe questo Sì sulla politica cantonale? In particolare, come influirebbe sulla linea politica del PLR ?

Questa domanda riguarda il Cantone. Forse dovrebbe porla al presidente cantonale…

Ma è dimissionario!

Allora al suo successore.

Il suo motto “premere il tasto reset” le ha portato fortuna. Molti l’hanno presa in parola (e si sono immaginati certe cose). A posteriori, che cosa c’era di reale dietro questa formula brillante?

Non era una semplice boutade, aveva qualcosa concreto dietro di sé. In dieci mesi di dura trattativa è stato elaborato un testo. Esso è sul tavolo e tutti lo possono leggere. Non è ancora definitivo perché rimangono alcuni punti controversi. Ma io ho tenuto fede al mio motto “reset”!

Forse certe critiche (più tardi Cassis dirà: “le critiche ci saranno sempre; se fai A sei criticato, se fai B invece pure”) erano ingiustificate.

“Reset” significa far ripartire il computer (con tutt’una serie di controlli). Non è “shut down”, che significa chiudere tutto!

L’addetta stampa mi adocchia con sguardo inquieto. “Signor consigliere federale, la ringrazio di cuore”.