“Che il responsabile della sezione «Opinioni» (che sottintende pluralità) del «New York Times» venga licenziato per aver pubblicato il parere di un senatore repubblicano che suggeriva l’intervento dell’esercito per mettere fine ai tumulti radicali negli USA è indice di una mentalità che non accetta divergenze di opinione.

Parimenti preoccupanti le dimissioni, sempre dal «New York Times», di una editorialista del peso di Bari Weiss, bullizzata e osteggiata dai colleghi perché portatrice di una tesi più che condivisibile: che l’elezione di Trump è stata la conseguenza dell’arroganza delle élite americane dimentiche del Middle West, mentalità che aveva fatto della Casa Bianca un affare di famiglia con una candidata moglie di un ex presidente.” (dal CdT)

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In un articolo lucido ed esemplare – il suo primo dopo il “compleanno con lo zero” – Tito Tettamanti descrive il declino di quella che fu, per decenni, la massima potenza mondiale.

Nel passaggio che abbiamo scelto per voi egli pone in evidenza la sfacciata ipocrisia del cultori del PUPC, il Pensiero Unico Politicamente Corretto, che idolatrano la Libertà d’espressione…

… e subito nelle azioni vendicativamente la negano.

L’Avvocato dedica oggi la sua attenzione agli avversari di Trump.