Non sembrano fermarsi le impiccagioni in Iran dove oggi undici membri del gruppo estremista sunnita Jundullah (Soldati di Dio) sono stati impiccati a Zahedan, nel sud-est dell’Iran. Lo riferisce l’agenzia Irna.

Oltre a questa esecuzione, stamane è stata impiccata anche una donna di 33 anni, dopo che era stata condannata per sei omicidi, tra i quali quelli di sei anziane donne, a scopo di rapina. L’agenzia Irna riferisce che la condannata, Mahin Qadiri, che definisce la prima ‘serial killer’ donna nella storia dell’Iran, è salita sul patibolo nella prigione centrale di Qazvin, 150 chilometri ad ovest di Teheran.

La donna era stata riconosciuta colpevole di avere ucciso quattro anni fa il proprietario della casa in cui viveva in affitto con il marito e le due figlie. Tra il febbraio del 2008 e il maggio del 2009 aveva invece strangolato cinque anziane donne per impossessarsi dei loro averi in denaro.

Salgono così a 151, secondo notizie di stampa, le persone messe a morte dall’inizio dell’anno in Iran, il Paese con il più alto numero al mondo di esecuzioni capitali in rapporto alla popolazione. Nella Repubblica islamica la pena di morte è prevista per numerosi reati, quali l’omicidio, la rapina a mano armata, il traffico di droga, lo spionaggio e la violenza sessuale. Ma può essere applicata, anche se raramente avviene, anche per i colpevoli di adulterio e di omosessualità.