Per salvaguardare la piazza finanziaria elvetica il partito socialista esige dal governo una strategia tesa verso “finanze pulite”.
Se non si cambia rotta la Svizzera si troverà al centro di forti pressioni internazionali e dovrà affrontare un calo massiccio del volume di fondi depositati nelle banche. E’ lo scenario pessimista che questo lunedì viene dipinto dal partito socialista, il quale chiede al governo l’elaborazione di una strategia tesa verso una finanza pulita, ossia estranea a capitali non dichiarati.
Lunedì mattina il PS ha presentato in conferenza stampa due studi realizzati da esperti indipendenti. Uno di questi studi, elaborato dal professor Teodoro Cocca dell’università austriaca di Linz, prevede che l’abbandono totale del segreto bancario causerebbe una fuga di capitali pari a circa 700 miliardi di franchi, che farebbe crollare il 50% dei rendimenti. Per evitare questo scenario, precisa lo studio del professore Cocca, la Svizzera deve adottare una strategia basata sulla qualità dei fondi depositati nelle sue banche e sulla messa in regola delle normative fiscali. A medio termine questa strategia ridurrebbe di circa il 13% i ricavi ma si tratta di una diminuzione che verrebbe sicuramente compensata nel giro di cinque anni.
Il secondo studio è stato elaborato dall’Istituto delle ricerche congiunturali del politecnico federale di Zurigo e mostra un’evoluzione simile per la crescita del prodotto interno lordo, a dipendenza degli scenari. Nel peggiore dei caso il Pil potrebbe scendere del 2.4% nel 2016.
Secondo il PS, di fronte a questi rischi importanti che potrebbero colpire l’insieme dell’economia e i posti di lavoro, l’atteggiamento peggiore sarebbe non fare nulla. Da qui la richiesta socialista al governo per un’azione decisa e corretta.
Per i socialisti è essenziale non attendere la prossima ondata di pressioni internazionali. E’ necessario agire prima. Per quanto riguarda gli accordi fiscali bilaterali che la Svizzera sta negoziando con la Germania e la Gran Bretagna, i socialisti li considerano una soluzione unicamente temporanea.
La proposta dei banchieri di introdurre un’imposta liberatoria alla fonte è nociva, perchè il nostro paese si ritroverebbe a ricoprire il ruolo di cassiere fiscale per contro di paesi esteri, nella speranza di preservare la sfera privata dei clienti delle banche.