In Tunisia non è esplosa la gioia che ci si attendeva dopo la fuga del presidente Ben Ali. E’ come se la popolazione non si fidasse di quella partenza inattesa e troppo precipitosa.
Giovedì sera il presidente aveva fatto un discorso alla nazione dove aveva assicurato di capire la rabbia della sua gente e aveva fatto concessioni: liberato l’accesso a molti siti internet, promesso uno Stato libero e la diminuzione del prezzo dei generi alimentari.
Un discorso che aveva spaccato il paese in due: da una parte chi gli credeva ed era pronto ad abbandonare la protesta. “Ben Ali ci ha capito – dicevano – fra qualche mese inizieremo a vedere i segni della sua nuova politica.” Dall’altra parte chi invece non credeva all’atteggiamento dell’uomo che per 23 anni aveva diretto la Tunisia con una dittatura spietata, una delle peggiori al mondo.

Venerdì mattina le proteste di piazza erano proseguite con la violenza dei giorni precedenti. Inizialmente passiva, la polizia – che nelle strade di Tunisi aveva rimpiazzato i militari – verso mezzogiorno aveva iniziato ad attaccare i manifestanti con i gas lacrimogeni. Vi erano state vittime e molti feriti.

Nel pomeriggio Ben Ali aveva annunciato di aver sciolto il governo. Circa un’ora dopo il premier tunisino Mohamed Ghannouci era apparso in televisione e aveva annunciato che “il presidente si trova nell’impossibilità di esercitare il potere” e aveva comunicato che lui stesso assumeva la presidenza ad interim e che il nuovo governo sarebbe stato eletto nel giro di sei mesi.
A quel punto avevano iniziato a circolare le prime notizie secondo le quali Ben Ali e i suoi famigliari erano fuggiti, diretti in Europa, molto probabilmente a Parigi. Dapprima l’Eliseo si era rifiutato di commentare le voci dei media, fino poi a smentire che il presidente Ben Ali fosse stato accolto dalla Francia.

Come detto, malgrado la partenza di Ben Ali e del suo clan, in Tunisia non è esplosa la gioia popolare. Il nuovo governo ad interim diretto dal premier Ghannouci (premier che faceva parte del governo sciolto ieri pomeriggio da Ben Ali) ha confermato il mantenimento dello stato di emergenza e del coprifuoco.
La popolazione rimane diffidente, non sa se fidarsi del nuovo governo ad interim, composto da membri della vecchia guardia al potere.
L’opinione di molti è che la partenza di Ben Ali e dei suoi famigliari (quasi tutti occupavano posti di rilievo nella gerarchia politica) sia stata gestita da un golpe interno al partito al potere. La loro sarebbe una partenza negoziata con il gruppo del premier Ghannouci.
Ieri sera, nonostante il coprifuoco, migliaia di persone sono tornate nelle strade e hanno eretto barricate, pronte alla resistenza contro il governo di Ghannouci.