Chi, oggi, in Svizzera e soprattutto in Ticino, non riconosce che l’attuale politica degli stranieri sia troppo „largheggiante“, o è in malafede oppure ha interessi, diretti o indiretti (anche politici), a mantenere la situazione allo statu quo.

D’altronde in molte nazioni d’Europa si sta rivedendo la politica sugli stranieri legata anche al multiculturalismo e ci sarà un perché.
Penso alla Germania, alla Francia, all’Olanda, alla Svezia e proprio in questi giorni la Gran Bretagna, ma ce ne sono altre. Tutti stupidi i governi di queste nazioni? Non penso.

In Ticino in questi ultimi anni è successo di tutto e di più: gente pregiudicata e ricercata all’estero che viveva tranquillamente da noi con mezzo arsenale in casa (altro che iniziativa sulle armi), veri criminali che dovevano essere espulsi senza la minima esitazione e per i quali si sono trovati mille cavilli giuridici pur di non espellerli per non so quali ragioni, gente espulsa „a termine“ (?) che un minuto dopo lo scadere della sentenza rientra sul nostro territorio senza un lavoro (?) magari con lo psicologo a nostro carico (?), e che puntualmente alla prima occasione ti massacra di botte il malcapitato di turno, naturalizzazioni facili, ecc.

Forse, i soliti buonisti con i soldi degli altri, dimenticano volutamente che tutte queste situazioni, create da una politica degli stranieri troppo favorevole ai „furbi“, generano costi a carico dello Stato che in un anno ammontano a svariati miliardi di franchi!

Svariati miliardi di franchi che poi mancano nel computo totale alle casse dello Stato e allora ecco i tagli nelle prestazioni sociali, nei servizi, nel promovimento economico e chi più ne ha più ne metta.
Queste cose occorre ribadirle perché di fatto è così: se escono troppi soldi da una parte, soldi „non previsti“, ti mancano poi per mantenere quello che tu avevi preventivato. Elementare no?

La politica degli stranieri, cari compagni dall’ideale facile ma sempre con i soldi degli altri, non è fatta solo di fumosi discorsi sull’integrazione; è fatta di costi e quindi di soldi. Soldi dei contribuenti che meritano rispetto.

E poi ci troviamo gli asilanti, o presunti tali, in albergo (unico Paese al mondo) mentre l’anziano di turno che ha bisogno di un aiuto, dopo aver lavorato una vita intera, lo fanno tribolare magari per miseri 500 franchi. C’è evidentemente qualcosa che non quadra più in questo Paese.
Naturalmente massimo rispetto per coloro che vengono da noi e che si danno da fare rispettando le nostre leggi. Ci mancherebbe, ma questo è tutto un altro discorso.

Donatello Poggi
deputato al Gran Consiglio
Lega dei Ticinesi