Dopo che le proteste contro Muammar Gheddafi sono giunte sino a Tripoli e che i media hanno iniziato a parlare di una sua fuga all’estero, Saif al Islam, secondogenito del colonnello libico, è apparso in televisione e ha dichiarato che il Parlamento si sarebbe riunito in mattinata per approvare un nuovo codice penale, nuove leggi e modifiche alla Costituzione per dare prospettive di libertà alla stampa e alla società civile.

Nel suo appello televisivo, andato in onda nelle prime ore di lunedì mattina, Saif al Islam Gheddafi ha evocato il pericolo di una guerra civile: “La Libia non è né la Tunisia né l’Egitto. Mio padre non lascerà il potere – ha detto – e combatterà contro chi minaccia la sua autorità sino ad eliminare l’ultimo dei rivoltosi.”
Saif al Islam ha detto che malgrado i manifestanti si siano impadroniti di alcune basi militari, suo padre detiene ancora il controllo dell’esercito e delle risorse belliche del paese.

Marwan Bishara, analista geo-politico del canale satellitare Al Jazeera lo ha definito “un discorso disperato” e ha ritenuto pessima l’idea che a parlare al popolo sia stato mandato uno dei figli di Gheddafi, un personaggio che in Libia non ricopre nessun ruolo ufficiale.
“Muammar Gheddafi è talmente sicuro di sè – ha detto Bishara – da mandare in televisione uno dei suoi figli a minacciare tremende rappresaglie contro chi oserà proseguire la rivolta. Un atteggiamento molto pericoloso che potrebbe scatenare ancora di più la rabbia del popolo e provocare un vero bagno di sangue.”