Le banche “troppo grandi per fallire” continuano a rappresentare una minaccia per la stabilità del sistema finanziario e per l’economia degli Stati Uniti. E per questo sarebbe utile smembrarle.
A spiegarlo è stato Thomas Hoenig, dirigente presso la Federal Reserve, la banca centrale americana.
“Dobbiamo fare in modo che le dimensioni degli istituti più grandi vengano ridotte considerevolmente – ha detto Hoenig, sottolineando che dopo la crisi anziché diminuire la taglia delle grandi banche di Wall Street è aumentata ulteriormente.
“Ad oggi, quello legato ad un eventuale fallimento di una grande banca continua ad essere il pericolo più grande per il nostro Paese – ha aggiunto in un comunicato che è stato inviato alla stampa americana.

La questione delle banche “too big to fail” è all’ordine del giorno in molti paesi fin dal clamoroso fallimento della Lehman Brothers. Soprattutto in Gran Bretagna, si è discusso a lungo sull’opportunità di dividere le attività retail da quelle di investment banking.

In Svizzera la questione era stata particolarmente dibattuta per UBS nel novembre 2008, quando la banca si era trovata in difficoltà tali da necessitare l’intervento di salvataggio del governo federale per ben 6 miliardi di franchi.
Un intervento criticato da più parti ma l’alternativa, il rischio di fallimento, presentava – a detta del governo – troppe incognite per l’economia dell’intero paese.