La Nato ha assunto il comando di tutte le operazioni effettuate in Libia a partire dalle 8 di giovedì. Il passaggio della guida delle operazioni militari ha fatto cambiare anche il nome della missione. Non più Odyssey Dawn ma Unified protector, ossia protezione unificata

Intanto sono ripresi i raid aerei della coalizione, sospesi da qualche giorno. Una sospensione poco tattica, in quanto ha permesso alle truppe di Gheddafi di avanzare verso est e di riconquistare le città di Ras Lanouf e Marsa el Brega, strappandone il controllo ai ribelli.
Nella notte fra mercoledì e giovedì sono stati bombardati alcuni obiettivi militari della capitale Tripoli, Decine i morti e feriti anche tra i civili. Crollati molti edifici, fra cui diverse abitazioni private.

Dopo un soggiorno di 48 ore in Tunisia, mercoledì il ministro libico degli Affari esteri Moussa Koussa è giunto a Londra e da questa “distanza di sicurezza” ha annunciato di essersi ritirato dal governo di Gheddafi. La notizia delle sue dimissioni è stata confermata dal ministero inglese degli affari esteri.
Koussa era considerato una delle figure principali del regime di Gheddafi, la voce del colonnello all’estero e la sua partenza solleva molti interrogativi riguardo alla situazione nell’entourage di Gheddafi. La perdita di fiducia si sta generalizzando oppure si limita a casi isolati, come quello di Koussa? Per il momento le ipotesi al riguardo possono rimanere soltanto al livello di supposizioni.

Stando al New York Times, già nella prima metà di marzo il presidente Barack Obama aveva dato l’autorizzazione, tenuta nascosta agli alleati europei, di inviare ai ribelli libici armi e materiale di guerra. Agenti della CIA sarebbero già presenti in Libia, dove tengono i contatti con l’opposizione e guidano le operazioni della coalizione.