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L’apertura di Alptransit disegnerà una nuova realtà socio-economica nelle valli dell’Alto Ticino. La Leventina, ma anche Blenio e Riviera, saranno confrontati con nuove dinamiche sia di mobilità sia di aggancio alla realtà economica, ma anche di turismo.

Seppur solo a seguito di un atto parlamentare specifico presentato da Jean-François Dominé, il Governo ha recentemente messo in campo un gruppo di lavoro che si occuperà di pensare e concretizzare strategie di sviluppo per il Ticino del dopo Alptransit.
L’impressione, però, è che a livello locale non vi sia ancora la necessaria consapevolezza delle conseguenze che la nuova trasversale ferroviaria alpina avrà sull’alto Ticino.
Il bypass di collegamenti sarà reale e se Leventina, Blenio e Riviera non dovessero riuscire, con largo anticipo, ad elaborare una strategia comune per potersi allacciare, collegare e poi interagire con il nuovo flusso di persone e merci viaggianti con Alptransit lungo l’asse del Gottardo, allora un veloce disinteresse economico per il nord del Ticino sarebbe inevitabile. Le conseguenze sull’occupazione, e quindi anche sulla residenza delle persone nelle valli, sarebbero importanti. È compito principalmente delle autorità in loco comprendere la situazione che si prospetta e sollecitare con forza una seria e tempestiva riflessione da parte del Cantone, che non può certamente permettersi di far perdere qualità ed autonomia ad una così vasta parte del proprio territorio. Ma è appunto compito del Cantone sostenere con vigore le regioni maggiormente in difficoltà del Ticino.

La prima misura da intraprendere è quella legata alla funzionalità dell’attuale linea ferroviaria del Gottardo. Linea che dovrà rimanere rigorosamente attiva (già sono state fornite garanzie in questo senso) ma anche operativa, con più convogli al giorno destinati sia al traffico locale delle persone che a quello delle merci. Altrimenti tutta la popolazione della Leventina non potrebbe più usufruire del trasporto ferroviario per collegarsi al resto del Cantone. Ciò avrebbe un effetto chiaramente negativo non solo per l’economia locale in genere, ma anche e soprattutto per il turismo verso le più pregevoli aree montane ticinesi.

La seconda misura, sulla quale iniziare a lavorare subito, consiste nell’elaborazione di percorsi e destinazioni turistici per l’intera area del Gottardo. Un primo passo in questa direzione è stato promosso proprio grazie alla regione che ha saputo trovare un accordo tra Istituto di Piora, Centro uomo e natura di Acquacalda e Fondazione delle scienze della vita di Olivone. Si tratta di un percorso tematico incentrato sulla conoscenza e sulle scienze inserite in un ambiente spettacolare. Un prodotto di nicchia che unito ad altri analoghi, facilmente confezionabili nel territorio delle Tre Valli, consentirebbe di richiamare un numero sempre crescente di turisti. Ancor più quando uno dei pochi segmenti turistici ticinesi che registra risultati positivi è quello delle capanne alpine!

Gli auspici finali sono tre: che il Gruppo di lavoro cantonale sia in grado di fornire indirizzi operativi a brevissimo termine, che la regione San Gottardo si faccia promotrice di nuovi prodotti turistici, ed infine che il mondo economico cantonale sappia concretizzare progetti soddisfacenti e durevoli nell’ottica di un rilancio dell’intero comparto a nord di Bellinzona.

Roberto Badaracco
Capogruppo PLR Lugano e candidato PLR al Gran Consiglio