La Challenge League porta meno soldi, meno sponsor, meno diritti TV ed ecco che un manager attento deve far di conto e ridimensionare lo staff e tutto quanto potenzialmente eccessivo. È ciò che sta accadendo a Bellinzona, nulla di anormale.
Da più parti si rinnega il FC Ticino. Buona parte è data da coloro che seguono le rispettive compagini le cui medie nella stagione appena conclusasi si attestano: 3’338 a Bellinzona, 2’470 a Cornaredo (contemplate le entrate gratuite), 818 a Locarno e 849 a Chiasso.
Nessuno si è mai chiesto se chi rimane a casa in attesa “del calcio che conta”, di una compagine più solida finanziariamente, più forte sportivamente tanto da gareggiare ad armi pari in Super League con Basilea, Young Boys e Zurigo, prenderebbe la via dello stadio (oltretutto nuovo di pacca).
L’astensionismo ticinese è ben maggiore di chi si reca allo stadio attualmente. Un potenziale enorme. E allora è bene che i manager che vogliono “fare calcio” in Ticino non perdano altro tempo e soldi. L’occasione di quattro squadre in Challenge League è d’oro e da cogliere al volo.
Bagarino