Il populista olandese di estrema destra Geert Wilders è stato assolto giovedì dalle accuse di antisemitismo e di incitamento all’odio razziale che gli erano state mosse nel 2008 dopo la realizzazione di Fitna, un film-documentario che mostrava la brutale intolleranza della religione islamica.
Premetto che Wilders non mi piace, ma sin dal suo inizio ho considerato il processo istituito contro di lui come un evento tragicomico, la solita crociata anti semita che tanto piace agli europei. Ritengo giusta la sua assoluzione. Mi pare altresì assurdo che contro di lui si sia mosso addirittura il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki moon per definire Fitna “offensivo e islamofobico”.
Vogliamo essere anti semiti. Perchè non possiamo esserlo ? Vogliamo criticare l’Islam, una religione che oggi appare come il simbolo di odio e di sangue. Perché non possiamo farlo?
Premetto che non parlo in nome di un’ideologia estrema. Per scelta sono di fede islamica. So dunque che l’Islam è una religione di pace e non ha nulla a che vedere con un Corano modellato in maniera tale da giustificare le sanguinose guerre sante che durano ancora oggi.
A prescindere dal contenuto di Fitna, definisco tragicomico il processo di Geert Wilders perché questi è stato condotto di fronte ad un tribunale non per il rispetto che la società occidentale ha verso l’Islam e il Corano, ma per la paura di questa società per le eventuali ritorsioni da parte di fanatici o terroristi islamici.
E ovviamente il discorso che faccio per i musulmani vale anche per gli ebrei. Premetto di non avere nulla contro gli ebrei. Diversi membri della mia famiglia sono ebrei.
Sono molto perplessa di fronte al comportamento verso gli ebrei. Avevo definito allucinante il fatto che UBS – nel settembre 2010 – avesse tolto dalla sua pubblicità le immagini dell’architetto svizzero Le Corbusier perché questi, nella metà degli anni ’30, aveva dimostrato simpatia per il regime nazista.
Allucinante ma ovvio, dato che UBS fa parte della finanza mondiale e la finanza mondiale è nelle mani delle grandi famiglie ebree.
Un deprecabile “servilismo economico” che è riuscito a mettere in secondo piano anche un’icona dell’architettura svizzera come Le Corbusier, un artista che quasi 50 anni dopo la sua morte è ancora nominato per il suo genio in tutto il mondo (anche in Israele).
Rave