Tracce di elementi radioattivi sono stati rilevati nella tiroide di circa il 45% dei bambini risiedenti nelle vicinanze della centrale nucleare giapponese di Fukushima Dai Ichi, nelle località di Iwaki, Kawamata e Iitate.
Si teme che la percentuale possa salire, in quanto non tutti i bambini sono stati sottoposti a controlli medici.


Un funzionario sanitario, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, ha tuttavia precisato che le concentrazioni di iodio rilevate durante i test non sono allarmanti in termini di impatto sulla salute: “La posizione ufficiale del governo è che nessuno dei bambini sottoposti ai test medici ha mostrato livelli problematici di contaminazione radioattiva.”
Un gruppo di esperti del governo ha condotto controlli su 1149 bambini di età inferiore ai 15 anni, due settimane dopo il sisma e lo tsunami che lo scorso 11 marzo avevano scatenato una serie di avarie nella centrale nucleare di Fukushima, causando esplosioni d’idrogeno accompagnate da importanti emissioni radioattive.

I risultati dei test erano stati comunicati alle famiglie solamente settimana scorsa. Molte le proteste per un’attesa giudicata inammissibile ed ingiustificata.
Le autorità prevedono di seguire costantemente circa 360mila giovani di età inferiore ai 18 anni che si trovavano nella prefettura di Fukushima al momento dell’incidente alla centrale.