Scrive oggi Aldo Bertagni su La Regione, parlando del Consigliere di Stato Norman Gobbi : “Il sottoscritto non è mai stato punito per atti discriminatori… – Così ieri a Lugano, il consigliere di Stato Norman Gobbi. Non crediamo sia mai capitato, a memoria d’uomo, che un alto esponente delle istituzioni ticinesi si sia sentito in dovere di precisare quanto sopra riportato.
Perché anche solo pensarlo, è devastante. Per la democrazia del Canton Ticino, ben inteso. Eppure Gobbi ha voluto dirlo chiaro e tondo – riportando anche quattro esempi d’integrazione fra lui e gli stranieri – per evitare equivoci; per precisare che non ha pregiudizi di sorta. Anche se eletto sulla lista della Lega dei Ticinesi. Eh già, perché leggendo il “Mattino della domenica” uno potrebbe essersi fatto un’idea diversa, ricordando magari la campagna contro i neri in Nazionale. Perché rassicurarci se non è il caso?”
Questo il commento firmato da Bertagni sotto il titolo “Se la coda è di paglia”.
Gobbi era trovato anni fa, quando già era un personaggio attivo nel panorama politico del cantone, al centro di polemiche per un commento poco edificante su un giocatore di hockey di colore. Una polemica durata mesi e che alla fine lo aveva portato a spiegarsi/scusarsi a mezzo stampa.
I giornali Il Caffè e La Regione non mancano occasione per rilevare ogni minima defaillance di Norman Gobbi e rilasciare commenti ironico-sarcastici.
Un consiglio a questo giovane, capace e propositivo Consigliere di Stato : come diceva il buon Joseph Antoine Dinouart “E’ proprio dell’uomo di buon senso parlare poco.”
Usare poche e ben calibrate parole, che in politica la parola è un’arma a doppio taglio. Soprattutto quando ci si trova in un contesto dove il detto “del tuo avversario loda i meriti” vale meno di zero.
B. Ravelli