Dopo la giornata di violenza di venerdì, anche oggi al Cairo vi sono stati scontri tra manifestanti ostili al potere militare e forze dell’ordine. Il primo ministro egiziano Kamal al-Ganzouri ha evocato il rischio di una contro-rivoluzione.

Stando al portavoce del ministero della Sanità i morti sono una ventina e i feriti quasi trecento. Il primo ministro ha assicurato che gli agenti di polizia e le forze di sicurezza non hanno sparato sui manifestanti.
Nelle prime ore di sabato mattina le forze dell’ordine avevano ripreso il controllo della situazione chiudendo le strade che portano al palazzo del governo e appostando filo spinato e blocchi nei pressi di Piazza Tahrir, ancora una volta l’epicentro delle proteste.
La calma è però durata poche ore. I manifestanti lanciavano pietre e bottiglie molotov contro gli agenti. Uomini in civile appostati sui tetti degli edifici lanciavano bombe incendiarie su chi protestava nelle strade. Diversi edifici dell’amministrazione pubblica sono stati incendiati.

Il partito di Libertà e Giustizia dei Fratelli musulmani, che ha vinto il primo turno delle elezioni legislative, ha condannato le aggressioni contro i manifestanti e i tentativi della polizia di disperdere i cortei di protesta.
Nel primo turno del voto, il 28 novembre, i partiti islamici avevano raccolto complessivamente il 65% delle preferenze. I Fratelli musulmani erano stati votati dal 36% della popolazione.