Il 28enne Kim Jong-un, nuovo leader della Corea del nord dopo la morte del padre, Kim Jong-Il, rischia di essere un tiranno sorvegliato e tenuto al laccio dalla vecchia guardia dei generali.

L’esercito nord coreano, forte di 1.2 milioni di soldati, ha giurato fedeltà al nuovo leader ma i generali intendono avere un ruolo chiave nella gestione del potere.
Ancora prima che venisse dato l’annuncio della morte di Kim Jong-Il, domenica scorsa, il giovane erede aveva voluto dar prova della sua autorità ordinando ai militari di mettersi in stato d’allerta in tutte le caserme.
E’ facile immaginare che vorrà moltiplicare le prove di forza ma faticherà non poco a assestare la sua autorità di fronte agli eroi della guerra di Corea e di fronte a chi ha fiancheggiato suo padre per anni.
Se vorrà avere la vita meno difficile, dovrà giocoforza appoggiarsi ai vertici dell’esercito e fare concessioni non indifferenti.

Per il popolo, Kim Jong-un è un viso nuovo, nessuno lo aveva mai visto prima del 2010, quando la sua esistenza era stata resa nota al popolo. Suo padre era già malato e la propaganda aveva iniziato a preparare il terreno all’avvento del misterioso giovane.
Da domenica il ragazzo è diventato “l’insostituibile pilastro spirituale e ideologico del popolo nord coreano” ma il regime sa che ci vorrà ben altro che le pompose dichiarazioni per convincere una popolazione stremata da privazioni e carestie.

(Fonte: Le Figaro.fr)