Le strutture dei servizi di sicurezza siriani sono state colpite oggi a Damasco da due attentati. Vi sono morti sia tra i militari che tra i civili.
La televisione di Stato ha annunciato che si è trattato di attentati perpetrati da kamikaze a bordo di auto imbottite di esplosivo, lanciate a piena velocità contro due edifici che ospitano le strutture dei servizi di sicurezza del regime.
Giovedì è arrivata in Siria la missione incaricata di preparare l’arrivo nel paese degli osservatori delle Nazioni Unite. Questa delegazione, composta da 10 membri, ha il compito di disporre la logistica del primo gruppo di 30-50 osservatori, che giungeranno a Damasco domenica 25 dicembre.
In totale in Siria ne arriveranno 200, tutti esperti militari e civili provenienti da paesi arabi e che lavoreranno al comando del generale sudanese Mohamed al Dabi.
Vi sono però già polemiche riguardo a questa scelta. La ONG Enough Project ha denunciato la presenza del generale nella guerra civile nel Darfur : “Una scelta curiosa – commenta la ONG – quella di al Dabi. Si dimenticano i crimini di guerra e il genocidio commessi in Darfur al tempo in cui al Dabi dirigeva i servizi d’informazione sudanesi.”
Nel frattempo nel paese continuano i massacri dei manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente Bachar al Assad. Negli ultimi giorni i morti sono stati oltre 300.
In Siria la rivolta contro il regime dura dalla metà di marzo. Contrariamente a quanto accaduto in Libia, la comunità internazionale non ha mai considerato seriamente un intervento militare congiunto.