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La sicurezza è una cosa seria, scrive Giancarlo Dillena sull’edizione odierna del Corriere del Ticino, in relazione alla vicenda degli aerei da combattimento Gripen.
Qui di seguito alcuni passaggi del suo commento
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“Irritazione e preoccupazione: sono questi i sentimenti che traspaiono dal comunicato diffuso ieri dalla Società svizzera degli ufficiali dopo la magra figura rimediata in questi giorni, in relazione alla tormentata scelta del nuovo aereo da combattimento, dai vertici del DDPS.
Il fatto che questi ultimi si siano presentati ieri pomeriggio alla stampa con uno schieramento apparentemente compatto, affermando in sostanza che è stato tutto un equivoco, non fuga le inquietudini. Semmai le alimenta.
Chi un po’ conosce i meccanismi che stanno dietro a vicende di questo tipo non può non scorgere, nel caso specifico, l’ombra lunga della lobby filo-francese, che cerca con ogni mezzo di screditare lo svedese Gripen in favore del francese Rafale.
… il prodotto della Dassault trova un nutrito gruppo di convinti e attivi sostenitori nei ranghi delle stesse Forze aeree elvetiche.
… In questo contesto il comportamento di chi cerca con questi metodi di seminare dubbi, di creare confusione e di mettere così in difficoltà Maurer per provocare un cambiamento delle scelte annunciate, è deplorevole.
A maggior ragione se la bega coinvolge in prima persona taluni militari, cui incombe innanzitutto un dovere di riservatezza, su una questione delicata come questa. Ma anche di lealtà nei confronti dell’autorità politica da cui, istituzionalmente, dipendono.

Il che non esime dal constatare, dall’altra parte, allarmanti debolezze, incertezze e contraddizioni quanto alla capacità di gestire situazioni critiche da parte di chi ha la responsabilità di condurre in porto il dossier.
Viene da chiedersi, se queste sono le reazioni ad una polemica tutto sommato prevedibile (anche dal profilo dei colpi bassi), che cosa potrebbe succedere di fronte ad una vera crisi internazionale che toccasse la sicurezza nazionale.
Ha quindi ragione la Società degli ufficiali a manifestare preoccupazione e disappunto. E a chiedere innanzitutto chiarezza, poi coerente determinazione nel modo di procedere del DDPS, per non mettere a repentaglio la sostituzione degli oramai obsoleti Tiger, nel quadro di una efficace tutela dello spazio aereo svizzero.

Qualsiasi scelta tecnica presenta vantaggi e svantaggi e presta quindi il fianco alle critiche… Se ne può dunque parlare… ma senza trasformare la questione in una rissa, aizzata alla base da interessi politico-finanziari esterni e offerta su un piatto d’argento a quanti, all’interno del Paese, vedono in essa l’occasione ideale per indebolire ulteriormente le forze armate e la loro credibilità agli occhi del cittadino elettore.”