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In vista della votazione federale dell’11 marzo sull’iniziativa popolare che vorrebbe limitare le residenze secondarie ad un massimo del 20% in ogni Comune, l’Associazione Comuni e Regioni di montagna Ticinesi – CoReTi invita a votare un chiaro no.

I promotori dell’iniziativa vogliono infatti correggere situazioni particolari in talune località particolarmente rinomate (San Moritz, Zermatt e simili), nelle quali un numero elevatissimo di residenze secondarie è causa di problemi che possono, forse, anche giustificare misure drastiche. Ma proprio perché si tratta di situazioni particolari, sarebbe del tutto irragionevole voler imporre ovunque le medesime regole, senza tener alcun conto delle variegate realtà locali.
Occorre peraltro considerare che gli strumenti giuridici per regolare questo tipo di residenze, già esistono a tutti i livelli. I singoli Comuni, tramite il loro regolamento edilizio hanno ampie facoltà di regolazione.

Particolarmente inaccettabile è per contro l’introduzione generalizzata di una percentuale fissa, che nei Comuni con poca popolazione residente impedirebbe ogni attività edilizia, mentre non porrebbe alcun limite all’edificazione nei centri – anche turistici – situati in zone urbane.
Nei Comuni di montagna, ciò avrebbe inoltre per effetto che ad esempio un attinente del luogo, ma domiciliato altrove, che volesse riattare la propria casa di famiglia per uso personale, non potrebbe più farlo, poiché in tal caso la percentuale di altre residenze secondarie (magari già artificiosamente elevata) potrebbe essere superata!
L’assurdità di una simile eventualità non richiede ulteriori commenti.
Ciò non significa che i problemi causati da un numero eccessivo di case di vacanza – in particolare le spese gravanti sui Comuni per la realizzazione di infrastrutture – non debbano essere considerati. La CoReTi auspica anzi che lo siano con particolare attenzione. Le soluzioni devono però essere improntate alla razionalità e alla ragionevolezza, in particolare nell’ambito della perequazione finanziaria o delle norme fiscali, non con improvvisazioni magari benintenzionate, ma che rischiano di creare più danni che benefici!

L’annosa e tuttora irrisolta problematica dei rustici, dovrebbe convincere tutti a diffidare da «soluzioni» improntate ad una mentalità centralizzatrice e burocratica, applicate senza alcun riguardo per le singole realtà. È perciò essenziale lasciare agli enti locali decidere quale politica adottare a seconda delle loro specificità.

Associazione Comuni e Regioni di Montagna Ticinesi – CoReTi
Franco Celio, presidente
Marialuce Valtulini, vicepresidente