Per attaccare le installazioni nucleari iraniane, Israele dovrà utilizzare almeno 100 aerei e volare sotto i 1’600 metri di quota nello spazio aereo di paesi terzi.
Gli esperti del Pentagono hanno confidato le loro impressioni al New York Times
.

Attaccare l’Iran sembra più facile a dirsi che a farsi. Gli analisti militari e responsabili della Difesa statunitense credono che l’attacco minacciato da Israele ai siti nucleari in Iran sarà un’operazione molto complessa. Niente a che vedere con l’operazione che nel 1981 portò l’aviazione israeliana a distruggere le installazioni di Osirak, a sud di Bagdad o l’attacco anti-nucleare che venne condotto in Siria nel 2007.
Il generale Martin Dempsey, capo di Stato maggiore delle forze armate USA, ritiene che un attacco all’Iran sarebbe prematuro, in quanto al momento l’intenzione delle autorità di Teheran di dotarsi dell’arma atomica non si è avverata.
L’ex direttore della CIA Michael Hayden ha dichiarato che l’aviazione israeliana non potrà attaccare contando unicamente sui suoi mezzi. La distanza che i caccia bombardieri devono percorrere è troppo elevata.

Iran e Israele non hanno frontiere in comune e per raggiungere gli obiettivi all’interno del territorio iraniano gli aerei israeliani (venticinque F-151 e un centinaio di F-161 fabbricati negli Stati Uniti) devono sorvolare paesi terzi, probabilmente ostili.
Gli analisti americani ritengono che Israele avrà serie difficoltà per raggiungere i quattro obiettivi principali, i siti nucleari di Natanz, Fordo, Arak e Ispahan.
Per arrivarci devono sorvolare lo spazio aereo della Turchia, passando dal nord, oppure di Giordania, Iraq o Arabia Saudita passando da sud.
Siccome teme la politica nucleare di Teheran, l’Arabia Saudita potrebbe autorizzare il passaggio degli aerei e giustificarsi dicendo di non essersi accorta di nulla.
Per attraversare lo spazio aereo dell’Iraq è necessario invece il permesso degli Stati Uniti, oltre che quello del governo di Bagdad.
Per quanto riguarda la Giordania e la Turchia, i rispettivi governi potrebbero essere poco propensi ad accordare il permesso di transito, anche se il Pentagono non sa dirsi sicuro riguardo alla posizione che verrebbe adottata dal re di Giordania.
A Natanz le centrifughe si trovano a decine di metri sotto terra, protette all’interno di strutture rinforzate, mentre nel sito di Fordo le installazioni si trovano all’interno della montagna. Dunque quali bombe utilizzare? A detta degli specialisti del Pentagono, ordigni di fabbricazione americana come i Bunker buster GBU28 potrebbero danneggiare simili obiettivi ma non è possibile prevedere in anticipo in quale misura.