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Dopo l’accordo sul secondo piano di aiuti alla Grecia, l’agenzia di rating statunitense Fitch ha abbassato la nota sovrana greca a lungo termine a livello C (ossia speculazione, rischio di perdere il capitale).
Il rating greco si trova adesso a un solo gradino dal livello più basso della scala di giudizio: D, il livello di default.

Il 20 marzo il governo di Atene dovrà rimborsare una scadenza del prestito pari a 14.5 miliardi di euro. Fitch ritiene che la proposta di ridurre il peso del debito greco del 53.5% tramite uno scambio di obbligazioni con i creditori privati sia un punto debole di tutto l’accordo e renderà nuovamente obbligatorio il downgrade della nota del paese.
Quando tutte le operazioni di scambio dei titoli saranno terminate, Fitch procederà dunque a un nuovo giudizio, che inevitabilmente porterà la Grecia a livello D: default.
Il che non è una sorpresa, si tratta anzi di uno scenario atteso da tempo sui mercati, i quali oggi non hanno avuto oscillazioni di reazione. Fitch aveva infatti preannunciato la sua manovra odierna già sei mesi fa.