Il 13 maggio 1940, nel quarto giorno dell’offensiva tedesca contro il Belgio, l’Olanda e la Francia, Winston Churchill si presentò alla Camera dei Comuni e tenne un breve discorso.

Signor presidente, venerdì scorso ho ricevuto da Sua maestà il Re l’incarico di costituire un nuovo governo. (…)

Signori, formare un’amministrazione di tale ampiezza e complessità è un grave impegno per se stesso, ma non dobbiamo dimenticare che siamo agli inizi di una delle più grandi battaglie della storia. Siamo già in azione in Norvegia e in Olanda e dobbiamo tenerci pronti nel Mediterraneo. La battaglia nei cieli è senza tregua e molte sono le misure difensive che dobbiamo intraprendere in patria. La crisi è così grave che mi perdonerete se oggi non spenderò molte parole. (…) Dico solo alla Camera ciò che ho detto a coloro che sono entrati nel governo: “Non ho altro da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore”.

Davanti a noi c’è una prova straordinariamente difficile. Davanti a noi ci sono molti, molti mesi di lotta e di sofferenza. Voi mi chiedete: qual è la nostra politica? Vi rispondo: fare la guerra! Per mare, per terra e per aria, con tutta la nostra potenza e con la forza che Dio ci può dare. Fare la guerra a una tirannia mostruosa, mai superata nel cupo e doloroso catalogo del crimine umano. Questa è la nostra politica.

E il nostro fine? Vi rispondo con una parola: la vittoria. Vittoria a ogni costo, vittoria a dispetto di ogni terrore, vittoria, per quanto lungo e duro sia il cammino; poiché senza vittoria non c’è sopravvivenza per l’impero britannico e per tutto ciò per cui l’impero britannico si è battuto. Sono sicuro che la nostra causa non potrà fallire e mi sento autorizzato a invocare l’aiuto di tutti, allora dico: “Venite dunque, avanziamo insieme nell’unione delle nostre forze”.