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Sabato 31 marzo. Ore 17h10. Al seggio elettorale di Giubiasco c’era Giorgio Ghiringhelli, promotore dell’iniziativa Grande Locarno e Grande Bellinzona, il progetto dell’aggregazione di oltre 30 comuni del Sopraceneri atto a formare due grandi poli urbani.

Ghiringhelli era lì per raccogliere firme a favore dell’iniziativa : ne occorrono 10’000 per portare i cittadini di tutto il cantone alle urne.
A Giubiasco oggi c’era un forte vento. Quando una folata lo ha avvolto, lui e tutte le altre persone che si trovavano sul piazzale del Mercato coperto, Ghiringhelli si è trovato in difficoltà, con il cappello (un panama beige con nastro blù) che minacciava di prendere il volo verso la cima degli alberi e la struttura a sandwich con cui era bardato che sbatacchiava pericolosamente e quasi si capovolgeva sulla sua testa.
Il tutto senza tralasciare il fatto di quanto fosse strano vederlo lì a raccogliere firme solo soletto, vista l’importanza della posta in gioco.

La scena ha richiamato simbolicamente alcune riflessioni sull’organizzazione che ruota attorno al progetto aggregativo sopracenerino.
In particolare riguardo alla presenza, nel comitato organizzativo, di elementi a sorpresa come il sindaco di Lugano Giorgio Giudici e Luigi Pedrazzini, l’ex Consigliere di Stato che durante il suo lungo mandato non ha certo convinto tutti riguardo al suo impegno per favorire le aggregazioni nel cantone.
Nel Sopraceneri l’iniziativa di Ghiringhelli non raccoglie ampi consensi, né fra la popolazione né in seno agli ambienti politici e questo malgrado la presenza in comitato di Giudici, Pedrazzini e altri nomi di spicco, tra i quali il sindaco uscente di Bellinzona Brenno Martignoni.
Facile azzardare l’ipotesi che Ghiringhelli abbia coinvolto queste persone per ambizione di coronare un lavoro assiduo, di principio inteso come il grande desiderio di essere utile al paese.

Se la raccolta firme avrà successo e si giungerà al voto popolare, i differenti valori e pesi carismatici in campo potrebbero portare a un verdetto a sorpresa : i comuni del Sottoceneri che potrebbero votare a favore della nascita di due forti poli urbani, la Grande Bellinzona e la Grande Locarno.
La beffa, per chi non vuole aggregarsi, sarebbe che i 30 comuni interessati si troverebbero uniti a causa di un No (probabilmente di stretta misura) nel Sopraceneri contro un Sì vincente nelle regioni non direttamente coinvolte, in particolare il Sottoceneri.
Uniti per una questione di numeri, uniti contro la propria volontà perché così è stato deciso da altri. E’ una possibilità da considerare. Il “Ghiro” l’avrà considerata?

E visto che siamo in tema di aggregazione : oltreconfine è in corso la raccolta firme per giungere al voto popolare per l’adesione della Lombardia alla Svizzera (vedi correlati).
Mettiamo che l’iniziativa abbia successo. Mettiamo che i lombardi vadano a votare e che per delirio di ipotesi la Lombardia venga annessa al Ticino.
Non che diventi un cantone svizzero, ma che diventi parte del Ticino, un unico grande cantone di lingua italiana.

Mettiamo quando sopra. Poi, proseguendo nel delirio d’ipotesi:
1. Se l’adesione della Lombardia al Ticino avverrà prima che nel cantone si voti sull’aggregazione voluta da Ghiringhelli
2. Se Ghiringhelli raccoglierà le 10’000 firme necessarie e dunque si andrà a votare
3. Se dalle urne uscirà (vedi due paragrafi più in alto) un No (di stretta misura) nel Sopraceneri contro un Sì più convinto nel Sottoceneri e i comuni di Locarnese e Bellinzonese dovranno unirsi, ecco che a decidere le sorti di un Sopraceneri recalcitrante saranno stati, in buona misura, i lombardi, nuovi cittadini ticinesi con diritto di voto sulle cose cantonali a tutti gli effetti.

B. Ravelli