L’Assemblea costituente egiziana, che dovrà lavorare alla nuova Carta fondamentale del Paese, continua a perdere pezzi.
Dopo il ritiro dei membri del fronte politico liberale, del rappresentante della Corte costituzionale e di quelli della moschea universitaria di al-Azhar, anche la Chiesa copta ha deciso di ritirare i suoi delegati per protesta contro un organismo considerato troppo sbilanciato in favore dei Fratelli musulmani.
Nel comunicato del sinodo si invoca una rappresentanza più equilibrata delle forze in Egitto, evitando che un’unica forza domini la riscrittura della Costituzione, che dovrebbe essere basata sull’intesa nazionale e non sulla maggioranza parlamentare.
L’Assemblea costituente riflette la maggioranza politica, formata dal partito Libertà e giustizia, che fa capo alla Fratellanza musulmana, e dai salafiti di al-Nur (La luce).
Ora c’è attesa per la sentenza di un tribunale del Cairo sulla validità giuridica della Costituente, prevista per il 10 aprile.
La scorsa settimana, l’Assemblea ha eletto come proprio presidente il numero uno della Camera bassa del Parlamento, Saad el-Katatny, esponente di spicco di Libertà e giustizia. Il voto è avvenuto nonostante l’assenza di circa un quarto dei componenti.
Ad accrescere la tensione politica l’annuncio della Fratellanza musulmana di aver scelto il proprio vice presidente, Khairat al-Shater, come candidato alle elezioni presidenziali del 23 e 24 maggio.
Finora la confraternita, uscita dalla clandestinità dopo la caduta del presidente Hosni Mubarak, nel febbraio 2011, ha sempre negato di voler correre per la presidenza.
Da tempo la stampa liberale riferisce di un accordo fra giunta militare e islamisti per la spartizione del potere.
(Fonte: Avvenire.it)
