La lunga intervista concessa da Ina Piattini Pelloni a Francesco De Maria continua e si conclude. Le domande cruciali sono oggi: “Che cos’è successo nel PLR tra il 2006 e il 2012?”, “Come debbono agire, adesso, i veri Liberali?”, “Perché ho aderito all’UDC?”. Ina Piattini Pelloni ci dà la sua risposta. Altri politici avranno tutto il diritto di dare la loro.

Francesco De Maria Parliamo dei 12 anni in governo (1995-2007) della consigliera di Stato liberale Marina Masoni. Dapprima brillanti, poi declinanti, infine drammatici e traumatici. Lei la conosce bene, è stata sempre sua amica politica e personale. Ci descriva questa complessa parabola, destinata a chiudersi nella sconfitta elettorale.

Ina Piattini Pelloni Possiamo limitarci alla prossima domanda?

A un certo punto (forse verso la fine del 2005) le forze avverse a Marina Masoni si organizzarono e prepararono l’attacco per l’aprile 2007. Lei sa come andarono realmente le cose? Conosce tutti i retroscena?

IPP Marina ha avuto una grande colpa: il suo stesso successo che lasciava ipotizzare (realisticamente) che altre strade le si potessero aprire. Io non so come andarono le cose. Posso solo cercare di ricostruire una sorta di “puzzle”. Qualcuno, addentro nel partito, mi riporta:“ Vogliono far fuori Marina” Mia reazione: “sarebbero pazzi: rovinerebbero il partito” e ingenuamente non do peso. Pochi mesi dopo scoppia “il caso” di una presunta errata valutazione di un alto dirigente del fisco nell’ambito di una successione d’impresa. E allora? Quali altri Consiglieri di Stato sono stati chiamati a rispondere di errori, per altro solo presunti, eventualmente commessi da dipendenti del proprio Dipartimento? Poi il piatto forte: una fondazione di famiglia, non in Ticino ma nel canton Svitto! Orrore!

Durante quella campagna demolitrice la stampa avversa letteralmente surclassò la voce dei sostenitori, toccando punte di vero accanimento e di rara perfidia. Quella battaglia – come tante altre… – fu persa sui media.

IPP Il caso della Fondazione – che giocò un ruolo determinante – era tecnicamente difficile da far capire. Come far capire che in Ticino a quell’epoca la costituzione di una Fondazione (anche per meri scopi sociali) era pressoché impossibile o perlomeno suscettibile di massima diffidenza? Ho vissuto professionalmente un’esperienza del genere; un’esperienza che sarebbe troppo lunga da raccontare in un’intervista. Come far capire alla gente che la Fondazione possedendo immobili in Ticino non solo era nota al fisco, ma era pure soggetto fiscale ticinese tanto è che c’era una vertenza in corso? Facile per contro far passare la Fondazione come una sorta di “buco nero” Tutti ne parlano; ma pochi sanno cosa sia per cui è facile convincere che può solo trattarsi di “una cosa brutta… molto brutta”! Sì, la battaglia fu persa sui media.

A Suo avviso coloro che nel 2007 promossero il “golpe” pensarono al frutto avvelenato, una possibile sconfitta del partito nel 2011?

IPP Penso che a quel momento non ipotizzarono che i danni provocati al partito potessero arrivare a tanto. Penso però che avessero messo in conto una conseguenza negativa per il partito, compensata però da una sorta di “desiderio di epurazione”.

Parliamo di metodi giornalistici più che discutibili. Il colpo più duro alla vecchia e cristallizzata partitocrazia l’ha inferto la Lega dei Ticinesi con il suo Mattino della Domenica. Dobbiamo giungere alla conclusione… che in certi metodi c’è del buono?

IPP Sì.

Nella primavera 2011 Lei lasciò apertamente il PLR per aderire all’UDC. Perché lo fece? Quali erano e sono le Sue ragioni profonde?

IPP Sono visceralmente liberale. Non rimprovero al PLRT di avere esponenti facili ad espressioni di fanatica condanna verso chi, pur appartenendo allo stesso partito, non la pensa esattamente come loro, verso chi promuove la nostra cultura anche per quanto attiene alla religione, chi vorrebbe promuovere la collaborazione tra pubblico e privato, usare in modo più assennato i soldi che lo Stato preleva al cittadino ecc. ecc. Liberissimo di farlo. Ma questo non è però il mio partito.

Perché il PLR, che per decenni ha costituito una realtà politica, e di potere, accettabile e da Lei accettata, ha cessato oggi ai Suoi occhi di esserlo? Che cosa è cambiato? Che cosa è andato perso?

IPP Facciamo un breve riassunto-confronto. Gestione Masoni-Buffi: università, rilancio dell’economia con tutti quei tesoretti portati a casa successivamente! Un Ticino competitivo e concorrenziale sul piano intercantonale ecc. ecc. Gestione Masoni-Gendotti: ?… ho solo un vago ricordo sul quale incombe l’illiberale comportamento di taluni sedicenti liberali nell’eliminazione politica di una collega. Vedere gli organi dirigenti del partito festeggiare in quel di Faido l’esclusione dal Consiglio di Stato di una loro candidata, è stato alquanto penoso. Gestione Gendotti-Sadis… devo essermi persa qualcosa! Ma oggi vedo, sul piano economico, un Ticino che ha perso competitività e non trova né il guizzo né il coraggio per invertire la tendenza. Devo invece riconoscere che alla guida attuale del DECS c’è un Consigliere di Stato per il quale ho molta stima.

Lei non avverte un certo disagio nel militare in un partito che così facilmente viene “demonizzato” dai media e dalla società del “politicamente corretto”, che poi è anche quella società borghese alla quale Lei stessa appartiene?

IPP No. Date le mie precedenti affermazioni, troverei maggior disagio nel conformarmi al “politicamente corretto” del PLRT.

Secondo Lei altri liberali doc prenderanno la Sua stessa strada, trasmigrando dal PLR all’UDC?

IPP Se i “liberali doc” fossero quelli che dopo il mio intervento in comitato cantonale a difesa di Marina Masoni mi hanno inviato messaggi di insulto anonimi firmati “un vero liberale” NO. Gli altri si vedrà. Il PLR ha ancora molto potere… e siamo in tempi di crisi!

Le faccio la domanda più ovvia che non è la domanda più facile. Dopo il 2007 (sconfitta dell’ala liberale) e il 2011 (perdita di un seggio PLR in governo, ascesa della Lega), come debbono organizzarsi le forze liberali? Debbono costruirsi una casa? O limitarsi a occupare una casa… che già c’è?

IPP La mia risposta è nella sua domanda: devono organizzarsi. Ma per farlo occorrerebbe che persone di valore escano dall’individualismo che incatena la destra economica. Concedere tempo alla politica é un sacrificio per chi ha l’onere di mandar avanti aziende, commerci ecc. per di più in tempi non facili, ma credo sia giunto il momento di farlo.

Spenda una parola per la nuovissima AreaLiberale di Morisoli. La giudica: a) necessaria b) utile c) superflua d) dannosa ?

IPP Potrebbe rivelarsi superflua se, come sembra, il presidente UDC continuerà nella sua opera di distacco dalla Lega, promuovendo nel contempo nel partito forze nuove. Comunque: non dannosa.
Idea Liberale, dopo aver marcato il distacco dal PLRT è stato, a mio parere, il primo tentativo di organizzazione della destra. Lì sono confluiti appartenenti di partiti diversi: PLR, Lega, UDC e qualche simpatizzante PPD.
Con AreaLiberale, alla quale auguro successo, Morisoli è andato oltre. Ha creato un soggetto nuovo, ben identificabile e “direttamente operativo” che rientra però indiscutibilmente nell’area di Idea Liberale. Sta quindi a chi si riconosce nell’area di Idea Liberale scegliere attraverso quale mezzo operativo (partito o movimento) intende portare avanti le sue idee. Personalmente, dopo gli ultimi avvenimenti e la cronica schizofrenia politica della lega, credo che le opzioni siano solo due: UDC o AreaLiberale.

Recentemente alcuni “corretti benpensanti”, misurata l’entità del danno politico-elettorale subito dalla loro parte, si sono organizzati e hanno tentato di suscitare l’indignazione popolare contro “i metodi barbari del Mattino della Domenica”. Limpida, indiscutibile buona fede?

IPP Limpida, indiscutibile malafede. Dove erano quando il Diavolo colpiva a destra e a manca con ignominia? Quando Marina Masoni veniva attaccata nella persona e nei suoi affetti più profondi?

Per concludere, il problema del centro-destra sembra essere più che mai un problema di comunicazione. “Non c’è un franco, non c’è un euro, non c’è niente, non si può far niente”, mi è stato assicurato da fonte autorevole. Ma è proprio vero? Io non ci credo affatto…

IPP Neppure io ci credo. Idee, convinzione di agire nell’interesse del paese, passione e persone che non temano gli immancabili attacchi di avversari più o meno in buona fede, più o meno muniti di propri mezzi di comunicazione (ufficiali e non). Questi sono gli ingredienti senza i quali né i franchi né gli euro servono a qualcosa.

Esclusiva di Ticinolive