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La necessità di risanare il tunnel autostradale del San Gottardo è storia di meno di un anno e mezzo fa. Era il 17 dicembre 2010 quando l’Ufficio federale delle strade (USTRA) ha confermato in un rapporto quanto da tempo si temeva: l’esigenza di chiudere il Gottardo per almeno 900 giorni allo scopo di consentirne i lavori di risanamento.

E quale soluzione prospettava l’USTRA per ovviare all’isolamento del Ticino? No, non la costruzione di una seconda galleria quale investimento per la futura generazione, bensì l’istituzione di un complesso sistema di navette tra Goeschenen e Airolo e tra Biasca e Erstfeld.
Il tutto per diverse centinaia di milioni di franchi. Da allora gli approfondimenti e gli studi si sono succeduti rapidamente. Ancora nel dicembre 2011 l’USTRA aveva proposto un aggiornamento del sistema navette (la prima versione denotava una massiccia sottocapacità) e dei suoi costi.
Questi ultimi nel frattempo sono lievitati ad oltre un miliardo di franchi rendendo questa soluzione assurda e sproporzionata sotto tutti i punti di vista, soprattutto se calcolata per un periodo transitorio di soli tre anni.
Ma non è tutto: lo studio presentato ieri dal Comitato per il completamento del Gottardo ha anche dimostrato le gravi lacune derivate da questo sistema alternativo.
Infatti, la fattibilità delle proposte delle autorità federali non è assolutamente dimostrata e i reali impatti sul sistema ferroviario e sul territorio sono stati sottovalutati o verificati solo parzialmente.

L’analisi del “Sistema Gottardo” (tunnel ferroviario esistente e nuova galleria di base), rivela capacità insufficienti per garantire un sistema di treni-navetta efficace e affidabile. Un funzionamento minimo di quanto auspicato dai contrari al completamento del Gottardo presupporrebbe ulteriori e costosissimi investimenti, nonché una difficile integrazione delle infrastrutture nella rete ferroviaria e nel territorio – basti pensare all’edificazione di quattro importanti piattaforme di interscambio in piena zona alpina che peraltro suscitano una ferma opposizione dei comuni interessati.

Risulta perlomeno preoccupante il fatto che tra qualche settimana la politica nazionale sarà chiamata a prendere decisioni cruciali ai fini delle sorti del nostro Cantone e del resto della Svizzera sulla base di una documentazione contraddittoria e carente fornita dalle autorità federali.
L’approfondimento ingegneristico presentato ieri non è un’opinione ma si fonda su dati e riscontri oggettivi che non possono essere smentiti o ignorati.
Fra le molte indicazioni emerse vi è la certezza della superficialità con cui si è portata avanti una presunta alternativa al raddoppio.
Chi parteggia ideologicamente a favore dei trenini-navetta, dovrebbe perlomeno rendersi conto che questi – alla pari di un potenziale isolamento del Cantone – non sono un giochino: la posta in palio è troppo importante.

Fabio Regazzi
Consigliere nazionale PPD
Co-presidente del Comitato per il completamento del San Gottardo