Brian Latell, ex analista della CIA, specialista di Cuba e che lo scorso aprile ha pubblicato il libro “Castro’s secrets” elogia lo spionaggio cubano, definendolo fra i migliori al mondo.

“La DGI, la Direzione generale dell’Intelligence cubana – spiega Latell – si trova nella stessa categoria dei servizi segreti statunitensi, russi, francesi, britannici e israeliani. Nell’universo dell’intelligence, la qualità delle prestazioni fornite dagli agenti cubani è nota e rispettata. Cuba si situa ai livelli massimi.
Il motivo principale di questo successo è che per oltre mezzo secolo la DGI ha avuto ai suoi vertici una spia d’eccezione : Fidel Castro.

Da sempre esperto nell’arte della cospirazione, l’ex presidente cubano possedeva tutte le qualità richieste a una spia : furbizia, audacia, istinto. Intelligente, manipolatore, un uomo di intrighi, Castro agiva sempre con massima decisione. Si è impegnato in prima persona in tutti i casi di spionaggio importanti del suo paese.
La CIA ha commesso l’imperdonabile errore di averlo sottovalutato per oltre 25 anni.

Nel giugno 1987, Florentino Aspillaga, uno dei maggiori agenti di spionaggio cubani, era riuscito a raggiungere l’ambasciata americana a Vienna e aveva iniziato a collaborare con la CIA. Aveva rivelato i nomi di decine di talpe infiltrate ai più alti livelli dell’apparato dello Stato americano.
Soprattutto americani di origini cubane, erano ovunque : nel Congresso, nell’amministrazione, nel mondo della ricerca e universitario. Alcuni erano agenti che oltre che operare per la DGI lavoravano anche per il servizio di spionaggio degli Stati Uniti
Per la CIA si era trattato di un duro colpo, aveva scoperto nel modo peggiore che i servizi segreti cubani non erano l’agenzia di un piccolo paese del terzo mondo, ma protagonisti di prima categoria.

Oltre alla personalità di Fidel Castro, la DGI dispone di mezzi illimitati in risorse umane. Ad esempio, a Cuba possono essere mobilitati cinquanta agenti per seguire una sola persona, ad esempio un diplomatico straniero.
Un altro vantaggio è dato dal fatto che i cubani non sono circoscritti dai vincoli legali che esistono nei paesi occidentali. Per definizione a Cuba tutto è permesso, perché lì il regime è totalitario.
Il sistema di spionaggio è stato istituito dallo stesso Castro durante gli anni della guerriglia. In clandestinità, il servizio d’informazione era un mezzo fondamentale per sopravvivere.
Arrivato al potere nel 1959, Castro si è avvalso del sostegno e dei consigli preziosi del KGB russo e della Stasi della Germania dell’est.
Inoltre, all’epoca, la fede rivoluzionaria che animava i suoi agenti rinforzava l’efficacia e l’audacia delle spie cubane. Va detto che molto è anche stato imparato osservando gli errori commessi dalla CIA.
E’ indubbio che ancora oggi molti agenti al servizio di Cuba sono infiltrati nell’apparato dello Stato americano.”

(Fonte : L’Express.fr)