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Il titolo è preso dal quotidiano romando La Tribune de Geneve, che si sofferma sugli ex Consiglieri federali per i quali il motto “Servire e poi farsi da parte” non vale.

Viene chiamata Sindrome Giscard; dopo che lasciano il governo gli ex ministri continuano a stare in prima fila e questo spesso provoca scombussolamento, si legge nell’articolo : “Per anni Valéry Giscard d’Estaing si è trovato a essere l’unico ex presidente della Francia ancora vivo e ne ha approfittato.
In Svizzera i Consiglieri federali in pensione sono ben più numerosi e anche loro si ritrovano spesso a voler restare sulla scena pubblica.
L’ultimo esempio lo si è avuto in questi giorni, nella persona di Joseph Deiss, personaggio abitualmente discreto. Dopo aver occupato la prestigiosa presidenza dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ecco che è stato messo al bando per delitto di tradimento.
La Confraternita del Gruyère non ha apprezzato le sue prese di posizione nel dibattito sulla volontà del gruppo Emmi di produrre un tipo di gruyère negli Stati Uniti. E dunque Deiss è stato radiato dall’Ordine con effetto immediato. Però resta sempre membro del Consiglio di amministrazione di Emmi.

Oppure Micheline Calmy Rey. Nominata professoressa invitata all’Università di Ginevra, in un’intervista al domenicale Le Matin Dimanche, l’ex Consigliera federale ha assicurato che agli studenti non rivelerà alcun segreto di Stato.
Però ha voluto inserirsi nel dibattito sul caso Hildebrand, difendendo il comportamento di Christoph Blocher. Ha poi detto la sua anche sul dossier del segreto bancario, criticando l’attuale strategia del Consiglio federale.
Oppure ancora Pascal Couchepin, che ogni quindici giorni rilascia i suoi commenti all’emissione della radio romanda Forum. “Il nostro obbiettivo è approfittare delle riflessioni di un ex ministro – spiega Philippe Revaz, produttore della trasmissione radiofonica – Per i suoi interventi Couchepin non viene pagato. Non vedo nulla di male in questo modo di procedere.”

Senza dimenticare Christoph Blocher, che dopo la permanenza in governo si è fatto rieleggere nel Consiglio Nazionale e alla vice presidenza dell’UDC. E’ vero però che lui non ha scelto di andarsene dal Consiglio federale. In pratica è stato mandato via.
Che pensare poi di Adolf Ogi? Due settimane fa, per giustificare i suoi mandati in numerosi Consigli di amministrazione spiegava : “Ogni giorno ricevo dalle 30 alle 40 lettere. Ho bisogno di una segretaria e di un ufficio.”
Tra gli ex Consiglieri federali iperattivi vanno citati anche Ruth Dreifuss, che siede presso la Commissione mondiale per la politica sulle droghe e naturalmente Kaspar Villiger, nella sua veste di presidente dell’UBS.

“Non si può di certo proibire agli ex ministri di esistere – commenta Olivier Meuwly, storico dei partiti politici – E quel che è certo, è che con Consiglieri federali sempre più giovani e pensionati che vivono sempre più a lungo, questi casi si moltiplicheranno.
Dopo tutto, in questi tempi di crisi forse il popolo sente il bisogno di avere una sorta di Saggi della Montagna che danno loro le chiavi per capire quanto accade.”