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In base alla direttiva della SECO in vigore dal 1.aprile scorso, gli Uffici regionali di collocamento (URC) sono tenuti ad accettare l’iscrizione anche dei frontalieri, e pertanto a fornire i loro servizi anche a questi ultimi.

Se tale direttiva dovesse venire effettivamente applicata in modo rigoroso, ne conseguirebbe l’ennesimo, rilevante danno ai Cantoni di confine, Ticino in primis, portato dalla libera circolazione delle persone.
Infatti l’applicazione della direttiva presupporrebbe un importante e costoso potenziamento degli organici degli URC: si dovrebbero quindi assumere nuovi funzionari con la missione di collocare frontalieri. Collocamento che però, almeno in Ticino, può avvenire in un solo modo, ossia a scapito dei residenti.

Infatti il mercato del lavoro è saturo ed in Ticino, come dimostra l’evoluzione del numero dei frontalieri specie nel settore terziario, è in atto un fenomeno, inaccettabile, di sostituzione di frontalieri con residenti. La direttiva della SECO mira ad aggravare ulteriormente la situazione, ed è quindi insostenibile su tutta la linea.
In sostanza, dunque, gli effetti negativi si cumulano: applicare la direttiva SECO significherebbe spendere di più per collocare frontalieri a scapito dei residenti, aumentando la disoccupazione tra questi ultimi.
La valutazione di questa iniziativa non può, quindi, che essere totalmente negativa. C’è inoltre da chiedersi se la SECO abbia considerato e calcolato da un lato i maggiori costi, dall’altro l’ulteriore danno al mercato del lavoro dei cantoni di frontiera, in particolare del Ticino, che la direttiva arrecherebbe.

Con la presente mozione chiedo pertanto al Consiglio Federale:
– E’ intenzione del CF provvedere all’abrogazione della direttiva in oggetto, o quanto meno prevedere delle eccezioni alla sua applicazione per i Cantoni di confine?

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi