Se si fa eccezione delle civilità antiche, come quella dei Maya che osservavano Venere e attribuivano grande importanza a questo pianeta (uno dei loro calendari si basava sui suoi cicli), in Occidente il transito di Venere davanti al Sole non è mai stato osservato scientificamente prima del 17esimo secolo.

Il fenomeno astronomico che avverrà nella notte tra martedì 5 giugno e mercoledì 6 giugno e che non si riprodurrà più prima di altri 105 anni, affascina gli scienziati dal tempo della formulazione di Giovanni Keplero delle leggi sui movimenti dei pianeti.
In un’opera del 1627, l’astronomo e matematico tedesco prediceva il transito di Venere del 7 dicembre 1631.
Keplero morì il 15 novembre 1630 e un anno dopo nessuno osservò il transito come lui aveva previsto, in quanto alcune imprecisioni nei calcoli avevano fissato il passaggio durante la notte.
In realtà, nell’Europa centrale era visibile durante una parte della giornata. Non è dato oggi sapere se qualcuno si accorse del puntino nero che spiccava netto contro il Sole.

Keplero non aveva calcolato che prima di ripartire in orbita Venere compie un secondo passaggio fra la Terra e il Sole otto anni dopo il primo. Il transito di otto anni fa era accaduto l’8 giugno 2004.
Il pastore inglese Jeremiah Horrocks (1619-1641) si era accorto dell’errore di Keplero e rese attenta la comunità scientifica del passaggio del 4 dicembre 1639.

Per gli astronomi, il transito del 5 e 6 giugno 2012 sarà la rara occasione di verificare anche le tecniche di osservazione degli esopianeti (pianeti esterni al nostro sistema solare) che transitano davanti alla loro stella.
“Il transito di Venere davanti al Sole è esattamente lo stesso fenomeno astronomico captato dal satellite americano Keplero attorno ad altre stelle, quando i loro pianeti passano davanti – ha spiegato l’astronomo Rick Fienberg, dell’American Astronomical Society.
L’osservazione di Venere permetterà di capire cosa accade durante il transito degli esopianeti, in quanto a causa dell’enorme distanza la loro stella è visibile unicamente come un punto di luce ed è difficile seguire il fenomeno.
Si vede solo una leggera diminuzione dell’intensità luminosa della stella quando il pianeta passa davanti.
Nondimeno, la luce della stella che attraversa l’atmosfera di un pianeta ne mantiene una sorta di impronta spettrografica, che permette di avere informazioni preziose sulla sua composizione.

Gli astronomi ritengono di poter effettuare misurazioni dell’atmosfera di Venere durante il suo passaggio davanti al Sole e vedere quali segnali si ottengono facendo misurazioni simili di esopianeti che transitano davanti alla loro stella, per poi confrontare i risultati sapendo che nel caso di Venere sono esatti.
I primi 20 minuti e gli ultimi 20 minuti del transito di Venere, che in totale durerà sei ore e mezzo, saranno i momenti migliori per l’osservazione, mentre la luce del Sole attraverserà l’atmosfera del pianeta per formarvi attorno una sorta di conchiglia.
Si tratta dei due momenti in cui gli astronomi cercheranno di misurare la composizione dell’atmosfera di Venere nel momento in cui il pianeta modificherà lo spettro luminoso del Sole.

Il transito di Venere del 8 giugno 2004. Foto scattata a New York.