Negli ultimi tempi, il tempo scorre o meglio è suddiviso sempre più densamente e tutto arriva rapidamente segnando un presente sempre più corto e verticale…
La mia è una deformazione professionale, il tempo, la sua divisione e suddivisione, mi fa riflettere e non poco sull’andamento iper/suddiviso che regola i nostri ritmi di vita costantemente limitati dalla meccanica scansione temporale (l’orologio, il metronomo in musica).

Suonando la batteria si attiva nel cervello una funzione che se affinata porta all’ascolto profondo del tempo fino a raggiungere la dimensione più naturale; che a differenza di quella scandita dall’orologio meccanico o, peggio ancora digitale (non ne sbaglia una!) si esprime attraverso il respiro, i flussi dell’energia, la forza creativa che vibra dentro di noi, trasportando i suoni su onde di energia.
La batteria (la musica, il suono, il rumore) è pulsazione, è emozione, è vita, è espressione. Quando arrivo al concerto di fine anno guardo indietro e vedo che sto sempre più affinando il metodo per trasmettere ai ragazzi l’arte di esprimersi liberando le proprie emozioni e trasformarle in suono, movimento, respiro, vibrazione. Sempre più tendo allo sviluppo della tecnica dell’improvvisazione per creare la propria via musicale attraverso la propria forza, il proprio intuito.
I piccoli hanno un potenziale creativo incredibile che se non viene interrotto da regole e condizionamenti, sfociano in incredibili paesaggi sonori carichi di energia espressione ed emozione.

Sabato 9 giugno presenterò in Corte del Municipio una quarantina di batteristi, dai piccoli ai più grandi in una scorribanda di tamburi e piatti, i brani hanno componenti scritte e molta improvvisazione.

Ivano Torre
Spazio culturale temporaneo, Bellinzona